Circolo Arci di Cantù
L’addio dopo 40 anni

Per decenni l’associazione di via Ettore Brambilla ha offerto corsi di lingue e concerti, libri e proiezioni. Il presidente Galletti: «Lascia tutto il direttivo e non ci sono sostituti. La chiusura a fine anno»

Chiude dopo quasi quarant’anni il circolo Arci “Virginio Bianchi” di via Ettore Brambilla. E la città si scopre un po’ più povera. Perché, quello che per alcuni è stato, di giorno, un semplice ritrovo per un caffè o un aperitivo, per non poche altre persone, di sera ma non solo, è stato anche un riferimento culturale.

Tantissimi, negli anni, i soci arrivati persino dalla Svizzera o dal lago di Como per seguire i corsi di lingue straniere.

Interessanti anche le proposte di concerti, tra musica cantautorale e band emergenti. E i vari esperimenti visti negli anni, dalla presentazione di libri alle proiezioni di cortometraggi.

Il colpo di grazia è arrivato nell’epoca del Covid-19. Ma, al di là delle limitazioni, si avverte l’onda lunga del lockdown: un difficile ritorno alla socialità che anche altre associazioni percepiscono.

Elementi di non poco peso nella decisione finale: chiudere formalmente alla fine dell’anno, anche se la porta a fianco della Camera del Lavoro di Cantù è già da qualche tempo ben serrata.

La speranza in nuove energie

Vero è che ci sarebbe, sempre nel giro Arci, qualche volenteroso che sta prendendo le misure per gestire gli spazi a partire dal prossimo anno. Ma, intanto, c’è la parola fine a una realtà nata nel 1983 e portata avanti, negli ultimi decenni, da un direttivo compatto. La speranza di chi lascia è che arrivino presto nuove energie.

L’amarezza del presidente

«La chiusura a fine anno è quanto stabilito dall’ultima assemblea - riferisce pur con rammarico il presidente uscente Ecclesio Galletti - I soci erano presenti, davanti alle dimissioni di tutto il direttivo e senza altri soci disposti a incamminarsi, non ci sono state molte altre alternative, ed è partita la procedura della chiusura del circolo, con tutti i relativi passaggi formali. Da statuto, ci saranno ora altre convocazioni».

Sottotraccia, vi sarebbero comunque degli interessamenti. «Ci sarebbero un paio di circoli Arci che si sono proposti di continuare: so che si stanno facendo delle valutazioni», dice.

Noti, non solo a Cantù, i corsi di lingue straniere, portati avanti anche in questi ultimi anni di pandemia. «Per tutte le attività, il circolo Arci poteva contare sul coinvolgimento, con una media annua, di circa 250 soci - prosegue Galletti - che per le situazioni che oggi vive l’associazionismo non sono nemmeno pochi. Sicuramente in tutto questo ha inciso il Covid. C’è stato un crollo degli iscritti ai corsi di lingue anche difficile da spiegare: nel 2019-2020 erano circa 130 persone, nel 2020-21, anche a distanza, sono diventati 30. C’è chi, per anni, è arrivato anche da Balerna e dal primo bacino del lago di Como. Segno che l’offerta era buona».

«Il mio augurio è che finita un’espressione ne inizi un’altra», auspica Galletti. Peraltro, in una zona centrale della città, a ridosso di Pianella: quartiere messo a dura prova da qualsivoglia chiusura. Mentre a Mirabello un altro Arci, viceversa, è impegnato nel rilancio.

Christian Galimberti

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