Clinica dentale svanita nel nulla
Dentix, già 15 denunce da Cantù

Istanza prefallimentare della società spagnola. Federconsumatori: «Telefoni impazziti». Un cliente: «Caparra di 2.500 euro, finanziamento di 12mila. Sono spariti». Ambulatorio in città chiuso

Se il telefono dello studio Dentix di via Dante suona a vuoto, con una voce registrata che si scusa perché «non ci è possibile risponderle ora», a essere roventi sono i telefoni delle associazioni di tutela dei consumatori. E della sessantina di segnalazioni arrivate a Federconsumatori Como, una quindicina fa riferimento a Cantù, anche se i numeri sembrano destinati a crescere. Tante storie simili, tutte di persone che si sono rivolte alla catena di cliniche dentistiche low cost e che ora, dato che queste non hanno più aperto dopo la fine del lockdown, si ritrovano senza risposte, spaventate all’idea di perdere gli anticipi già versati per interventi odontoiatrici e di dover pagare le rate dei finanziamenti contratti per coprire le spese.

Senza contare che per alcuni c’è anche da risolvere con urgenza la situazione medica. E’ il caso della coppia che ha raccontato la propria storia a La Provincia e che, dopo essersi fatta estratte i denti per poi procedere con degli impianti, oggi si ritrova con un finanziamento da 12mila euro da bloccare quanto prima.

La catena Dentix gestisce 57 ambulatori, compresi uno a Como e uno a Cantù, con le vetrine affacciate su piazza Garibaldi, al piano terra della palazzina che fa angolo con via Dante. La casa madre avrebbe avviato in Spagna una procedura pre-fallimentare, provocata dalle difficoltà economiche, e le porte degli studi italiani sono rimaste tutte chiuse. Tra i pazienti che stanno cercando di capire cosa accadrà ora c’è una coppia sulla settantina dell’Erbese. Marito e moglie, raccontano, avevano necessità di eseguire alcuni interventi odontoiatrici e dato che i preventivi di alcuni studi delle loro zona erano a loro avviso troppo alti hanno deciso di prendere la strada di Cantù, dopo aver visto la pubblicità della Dentix.

«Ci avevano fatto un’ottima impressione – spiegano – il prezzo era la metà di quanto ci era stato chiesto altrove e i lavori di estrazione sono stati fatti con professionalità. Abbiamo sempre trovato molta gente e pensavamo che avremmo concluso presto». Invece, dopo aver estratto i denti, è arrivato il lockdown, al quale non è più seguita la riapertura. «Abbiamo versato una caparra da 2.500 euro – proseguono – e fatto un finanziamento da 12mila. Ora la priorità è riuscire a bloccarlo subito». Per questo si sono rivolti alle associazioni di tutela dei consumatori. Come stanno facendo in tanti.

«Questa vicenda ci preoccupa moltissimo – dice Mara Merlo presidente di Federconsumatori Como –. Attualmente stiamo effettuando una ricognizione, per avere un quadro delle dimensioni del fenomeno e capire poi come organizzare i prossimi passaggi». Ieri, dice, i telefoni hanno squillato tutto il giorno e della sessantina di segnalazioni arrivate una quindicina fanno riferimento a Cantù.n 
Silvia Cattaneo

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