Crisi a Cantù, appello dei negozianti
«Servono nuovi parcheggi»

Il viaggio tra la crisi del commercio in centro inizia dalle vie Vergani e Carlo Cattaneo: «Spariti i mezzi pubblici, passa poca gente nonostante i condomini. E la sosta è un problema»

Qualcuno, tra i commercianti, il conteggio l’ha fatto e fa paura. In pochi anni, la voce “uscite” è salita da 14mila a 20mila euro l’anno: sono le spese, le tasse. Contro il movimento che non c’è. Via Vergani è un quartiere nel quartiere, con la vicina via Carlo Cattaneo. Molti negozi se ne sono andati. Altri provano a resistere. Ma si leccano le ferite.

Il viaggio de “La Provincia” nelle strade del centro dove, una volta, sul marciapiede, la gente si fermava a scambiare quattro chiacchiere, e dove ora invece è già tanto se si incrocia qualcuno, comincia da qui. Via Vergani è alle porte di largo Adua e Pianella. Sino a non molti mesi fa, miracolo, c’era un ortofrutta. Che si è poi trasferito.

Da anni ha fatto le valigie anche il C-50 Cantù-Como: la fermata è ormai un monumento al trasporto pubblico. Forse anche questo ha influito. Il C-50 non passa più perché, con la nuova piazza Garibaldi, il bus doppio non riesce a svoltare da via Volta a via Dante. Per questo è stato dirottato in via Mazzini.

E i negozianti che sopravvivono nella zona concordano tutti su una misura necessaria per rilanciare le loro attività: creare più parcheggi e ravvivare il quartiere.

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