Cristian, l’addio di Veruska
dopo la tragedia di Figino
«Tu, il mio gigante buono»

Il commovente saluto della compagna di Sportolloni. Il ricordo della Cogliatese e del Carimate. L’ultimo saluto a Vighizzolo

Martedì mattina aveva chiamato la sua compagna allegro, cantando, poi avevano pranzato insieme. Un’ora dopo si diffondeva, tra dolore e incredulità, la notizia che Cristian Sportolloni se n’era andato per sempre, a 41 anni appena, portato via da un malore che l’ha colpito mentre si trovava al volante. Se il destino ingrato ha un volto, oggi, è il suo.

Quello di un uomo imponente quanto mite e gentile, «il mio gigante buono, anche troppo buono a volte», lo chiama Veruska Galotta. Conviventi da dieci anni con casa a Figino, insieme da 23. Una vita.

Una bellissima coppia

Una bellissima coppia, li descrivono tutti, affiatati ed eleganti quando ballavano abbracciati. Medaglia di bronzo ai campionati nazionali, si stavano preparando per il passaggio di categoria, per questo Cristian aveva un po’ accantonato il calcio per concentrarsi sulla danza.

«Domenica – racconta Veruska Galotta – nel Pavese avevamo vinto una gara ed eravamo arrivati secondi in un’altra. Lunedì sera ci siamo allenati fino alle 23, a Legnano. Poi martedì era andato al lavoro. Mi aveva chiamato alle 10.30 ed era allegro, cantava. Abbiamo pranzato insieme, poi, verso le 13, mi ha detto “vado, devo visitare un cantiere”. Siamo usciti di insieme casa, io ho svoltato verso Figino Serenza, lui verso Cantù».

Qui si interrompe il racconto. Qui, tragicamente, si interrompe la vita di Cristian Sportolloni.

Il malore vicino a casa

A poche centinaia di metri dalla casa casa in via Isonzo, su via Don Meroni, si è sentito male. Inutili i soccorsi tempestivi. «A ottobre – racconta la fidanzata commossa – si era sottoposta al cardiogramma sotto sforzo per la danza e il medico gli aveva fatto i complimenti perché l’aveva trovato un po’ dimagrito e andava tutto bene». Solo un mese fa. Cresciuto a Mirabello, lascia i genitori e una sorella. Agente Immobiliare alla Primalux di via Carlo Cattaneo a Cantù, era molto conosciuto. E oggi tanti davvero lo piangono.

«Stanno inviando moltissimi messaggi – prosegue – dimostrando quanto fosse benvoluto il mio gigante buono».

E’ stato calciatore a livello dilettantistico, poi allenatore e dirigente. Legato ai suoi ragazzi, che coinvolgeva anche nei tanti tornei estivi. Gli ultimi anni in campo, da difensore, li aveva passati nell’Esperia Lomazzo e ad Anzano del Parco. Poi Futura Lomazzo e Carimate. Un legame, quest’ultimo, rimasto forte, quello con “Spo”, come lo chiamano con effetto.

«Una bellissima squadra – ricorda il presidente del Gs Carimate Federico Radice – Aveva stretto amicizia con i compagni dentro e fuori dal campo, dava l’esempio ai più piccoli. Ha indossano con onore la mostra maglia ed era rimasto affezionato a Carimate, passava spesso a trovarci. Siamo davvero creduli». Attualmente era vice allenatore della prima squadra della Cogliatese: «Non riusciamo ad esprimere quel che proviamo in questo momento – il ricordo - Caro Sporte, ci mancherai».Nelle prossime ore si saprà se verrà disposta l’autopsia, e quindi quando si potrà celebrare il funerale, che si terrà a Vighizzolo.

«Esprimo la mia vicinanza e quella di tutta la comunità figinese ai suoi familiari – le parole del sindaco Roberto Moscatelli - e alla sua fidanzata Veruska, che non ha perso soltanto un compagno di danza ma ha perso il vero compagno della sua vita».

Silvia Cattaneo

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