Dall’ex assessore con il flessibile
Cermenate, rubati oro e contanti

Furto a casa di Lino Introzzi in via Ronzoni. I ladri sono entrati tagliando le inferriate di una finestra. «Sono uscito un’ora in bici con mia moglie, ci curavano»

A voler cercare con impegno un aspetto positivo di quest’ultimo anno di pandemia, l’unico è stato il crollo verticale nel numero dei furti in abitazione. Ma con il graduale ritorno alla normalità, purtroppo, anche i ladri si sono rimessi in attività.

A farne le spese Lino e Tiziana Introzzi, che si sono ritrovati cassetti e armadi messi sottosopra e la cassaforte aperta dai malviventi, entrati tagliando le inferriate di una finestra con un flessibile.

I ricordi di una vita

E che sono poi scappati portandosi via 500 euro in contanti e soprattutto gioielli che erano un ricordo di famiglia.

Nella loro bella casa di via Ronzoni, che molto parla di loro e degli amati nipoti, vivono ormai da cinquant’anni, e in mezzo secolo mai avevano ricevuto visite sgradite. Oggi hanno vissuto anche questa, e gli amici li consolano dicendo che, per come vanno le cose, toccava metterlo in conto, che sarebbe accaduto. Loro cercano di professare ottimismo, visto che, quantomeno, i danni sono stati limitati e nessuno si è ritrovato faccia a faccia con i ladri.

L’episodio è accaduto nei giorni scorsi, e il forte sospetto, spiega Lino Introzzi, che negli anni Novanta è stato assessore allo Sport, è che siano stati stati ben tenuti d’occhio: «Io e mia moglie siamo usciti per i nostri consueti giri in bicicletta. Siamo rimasti fuori nemmeno un’ora, dalle tre meno un quarto alle quattro meno un quarto. È rientrata prima lei, che inizialmente non si è accorta di cosa fosse successo e mi ha chiesto perché avessi lasciato aperta una porta interna che di solito è chiusa. Poi abbiamo realizzato».

L’ingresso dal salotto

I ladri sono entrati da una delle finestre del salotto, nonostante fosse dotata di robuste inferriate. Sono arrivati attrezzati, portandosi dietro un flessibile, e hanno tagliato un paio di sbarre solamente, nel frattempo già riparate. Insomma, si trattava di gente smilza e soprattutto del mestiere.

Sono passati dal retro, attraversando il giardino della casa vicina, disabitata da tempo, poi hanno preso una sedia, una prolunga e si sono fatti strada attraverso la finestra, evitando accuratamente le telecamere che controllano l’esterno della casa. Anche una volta all’interno non hanno aperto le porte, per non far scattare l’allarme.

Hanno passato in rassegna tutte le stanze, dalla cantina al solaio, aperto cassetti e armadi e hanno scovato anche la cassaforte nascosta, aprendola. Cercavano soldi e oro, bottino prezioso e poco ingombrante, e si sono portati via 500 euro in contanti e, questo il dispiacere più grande, gioielli di famiglia il cui valore sentimentale è anche superiore a quello economico.

Neppure uno sguardo al computer o alla videocamera, che pure erano bene in vista.

«Qualcuno faceva il palo»

«Qui dietro ci sono le scuole, ma in quel momento non c’era nessuno – riflette Introzzi – e di fianco c’è un locale, dove la sera c’è gran movimento ma non certo a quell’ora del pomeriggio. Io credo che avessero anche un palo in fondo alla strada, che li ha avvisati quando ci hanno visto rientrare».

Ai coniugi non è rimasto altro da fare che chiamare i carabinieri e sporgere denuncia. «Cerchiamo di consolarci – dicono – pensando che per fortuna non li abbiamo incontrati e che, esclusa la finestra, non hanno rotto altro. Alcuni amici ci hanno raccontato che c’è chi, oltre al furto, si è ritrovato anche a fare le conta dei danni alla casa».

Silvia Cattaneo

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