«Di poche parole, ma saggio»
Commozione per Cappellini

Mariano - L’addio del mondo del calcio al volontario mancato a 68 anni. L’ultimo omaggio: la maglia gialloblù sulla bara

La maglia del Mariano Calcio con “Cappe” e il numero uno.

Nelle prime fila della chiesa di Santo Stefano i giocatori delle giovanili gialloblù e i dirigenti della società. Ieri mattina Roberto Cappellini, scomparso giovedì per un malore, mentre stava cambiando la ruota della sua macchina, nel garage di casa, ha affrontato la sua ultima partita. È stato lo stesso prevosto, don Luigi Redaelli, ad usare il paragone calcistico, nell’omelia.

«Il calcio è stata la sua grande passione, per tutta la vita. E in tanti siete venuti in chiesa per dargli l’ultimo saluto e mostrare il vostro affetto. La partita della vita - ha proseguito don Redaelli - non prevede tempi supplementari e qualche volta si interrompe anche prima del novantesimo, come è successo a Cappellini, che se n’è andato a soli 68 anni e all’improvviso». Il prevosto ha poi lanciato un messaggio positivo. «Questa incertezza -ha detto - non deve gettarci nello sconforto e nella disperazione, ma aiutarci ad essere sempre pronti, come i servi del Vangelo che aspettano il ritorno del loro padrone e, soprattutto, vivere ogni ora nel migliore dei modi e non “sopravvivere”». Cappellini per quarant’anni ha collaborato con il Mariano Calcio, senza mai mettersi in mostra.

«Il volontario - ha concluso il prevosto - è colui che lavora, non per essere al centro dell’attenzione, ma per il bene degli altri. E lo fa in maniera gratuita e con il sorriso sulle labbra». Poche parole, ma tanta commozione, nel saluto che Giuseppe Barni, presidente della classe 1950, ha rivolto al termine della messa.

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