Erba, le “K” sui citofoni di Villincino
C’è chi teme l’arrivo di ladri e truffatori

Segnalazioni anche da altre zone: «I segni sono apparsi dopo il passaggio di un venditore»

Anche a Erba si moltiplicano strani segni sui citofoni, una lettera “K” che ha messo in allarme i residenti di Villincino. Le segnalazioni sono arrivate poi da altre parti della città, da piazza del Mercato alla frazione di San Maurizio: come a Cantù e Cucciago, ci si chiede se si tratti di un codice utilizzato dai ladri o da semplici venditori porta a porta. I carabinieri sono stati informati. La prima a lanciare l’allarme è stata proprio una residente di Villincino. «Prima - racconta - abbiamo ricevuto visite da parte di un uomo che chiedeva di firmare un contratto, forse per una nuova fornitura energetica. Poi ci siamo accorti che le case vistate dal rappresentante erano state contrassegnate con una “K” sul citofono: ci siamo preoccupati, anche perché lo stesso sta accadendo nel Canturino».Alcuni erbesi hanno segnalato l’accaduto ai carabinieri: «I militari hanno consigliato di fotografare il citofono con la “K” disegnata a penna e poi di cancellare quei segni, cosa che abbiamo fatto». Quando il caso è emerso su Facebook, sono arrivate testimonianze da altre parti della città: dalla frazione di San Maurizio all’area di piazza del Mercato, altri erbesi hanno notato una “K” sul citofono. Secondo alcuni si tratta di un segno inequivocabile lasciato dai ladri nel corso delle loro perlustrazioni, per indicare una casa abitata da cui è bene stare alla larga; altri fanno notare che si tratta di una leggenda metropolitana che circola da anni, senza che sia mai arrivato un riscontro certo. L’ipotesi più probabile, in effetti, resta quella dei venditori ambulanti. Sempre che siano veri venditori: «Anch’io credo che la “K” l’abbiano fatta quelli che girano proponendo nuove forniture energetiche o chissà che altro - racconta la residente contattata da “La Provincia” - ma viene sempre il dubbio che quella del rappresentante sia una copertura per verificare chi abita in una determinata casa, per poi eventualmente ripassare a rubare».

(Luca Meneghel)

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