Juventus, estorsioni e violenze
È di Cantù l’ultras arrestato

In carcere il leader del nucleo “Vivere 1985”: era già stato raggiunto dal daspo: assieme agli altri capi della curva sud bianconera avrebbe minacciato la società e gli altri tifosi

I poliziotti della Digos lo hanno tirato giù dal letto all’alba di ieri, nell’abitazione di Cantù e lo hanno portato al carcere del Bassone con l’accusa di essere uno dei capi della curva juventina protagonisti delle minacce e delle estorsioni compiute contro la società bianconera per ottenere biglietti gratis per le partite, vantaggi, inviti alle feste del club.

Tra i dodici ultras arrestati nell’operazione “Last banner” c’è anche Christian Fasoli, 42 anni, formalmente residente in Alta Valle Intelvi ma di fatto accasato in quel di Cantù. Due i reati contestati dalla Procura di Torino: estorsione e autoriciclaggio. Fasoli, che per lavoro gestisce delle palestre di fitness, secondo l’accusa è a capo di una delle sigle del tifo della curva bianconera: il Nucleo Vivere Ultras 1985.

Il canturino - per dirla con gli inquirenti - era uno dei capi della frangia più calda e violenta del tifo juventino. Violenze che gli erano costate anche un provvedimento Daspo, ovvero l’allontanamento dagli stadi, emesso dal questore di Torino.

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