La commissione Antimafia a Cantù
«Movida strategica per le cosche»

Folla al Salone dei Convegni per ascoltare gli esperti di criminalità: «Un riscatto dal silenzio». «Tra i bar regnava un clima di omertà spaventoso»

Abbattere il muro del silenzio: l’invito alla città arrivato dai relatori alla serata “La ’ndrangheta a Cantù”, rinnovato anche dal procuratore capo di Como Nicola Piacente, alla presenza della Commissione Antimafia della Regione Lombardia, è di muoversi con un comitato antiracket.

E chissà se l’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità, istituito nei mesi scorsi dal Comune, potrà realizzare questo obiettivo: a breve, come già annunciato dal vicesindaco reggente Alice Galbiati, si arriverà alla prima riunione.

Intanto, la Cantù che si ritrova per parlare dei soprusi nei bar di piazza Garibaldi, stroncati dagli arresti ordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, eseguiti nelle scorse stagioni dai Carabinieri di Cantù, si scopre già unita.

Più di 200 persone, infatti, hanno partecipato all’incontro organizzato l’altra sera - al Salone dei Convegni XXV Aprile, in piazza Marconi - dal Circolo Ambiente Ilaria Alpi.

A parlare in modo specifico di Cantù, Federica Beretta, Centro di Ricerca sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano. «I giornalisti che all’indomani degli arresti sono andati a chiedere pareri nei vari esercizi pubblici - ha ricordato - hanno trovato un clima di omertà spaventoso. Non Giffoni: Cantù. Una Brianza silente».

E aggiunge: «Invece Cantù, piazza Garibaldi, era stata messa sotto scacco da questi personaggi. La Grill House (via Corbetta, ndr), ha dovuto chiudere, così come un altro locale, perché nel 2015 è diventata meta di calabresi che consumavano senza pagare. Il proprietario, anziché andare a denunciare ai Carabinieri, era andato direttamente al Crystal (in via Milano), loro luogo di ritrovo, a chiedere delucidazioni. Ludovico Muscatello, nipote di un boss della ’ndrangheta, è stato gambizzato. A Cantù ci sono i Muscatello e i Morabito». Un’analisi del fenomeno è arriva dal procuratore capo Piacente.

«La movida è un punto strategico importantissimo per quanto riguarda l’affermazione sociale di una cosca - ha affermato - Chi controlla la movida, aggrega persone e interessi. I comitati antiracket sono utili e spezzano l’omertà, laddove c’è solidarietà imprenditoriale. E qui ci vuole».

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