Limite orario per le slot machine
Il Tar dà ragione al Comune di Cantù

I giudici amministrativi riconoscono che la situazione in città rende legittimo un freno al gioco

I limiti posti dall’amministrazione agli orari di funzionamento di di slot machine e videolottery sono legittimi. Perché la loro finalità è la tutela della salute pubblica, in particolare dei soggetti più fragili, che potrebbero essere vittime del gioco d’azzardo patologico. A sancirlo la sentenza emessa dalla quarta sezione del tribunale amministrativo regionale, esprimendosi sul ricorso presentato dalla Winpalace Como S.r.l. , che ha una sala in via Milano, contro l’ordinanza del 2019 del sindaco Alice Galbiati.

Che era intervenuta riducendo gli orari di funzionamento delle slot, che possono essere attive solo dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23, per dare un segnale concreto nel contrasto della diffusione del gioco d’azzardo patologico. Il provvedimento del sindaco, si legge nella sentenza, si basa sull’istruttoria svolta dal Comune da cui emerge che che dal 2007 al 2018 al Sert di Mariano Comense sono stati presi in carico 34 giocatori patologici residenti a Cantù.

Gli apparecchi come le slot machine e le videolottery, sottolinea il Tar, « paiono i più insidiosi nell’ambito del fenomeno della ludopatia», perché «privi di intermediazione umana» che possa disincentivare il giocatore.

Molto soddisfatto il sindaco Galbiati: «Quando abbiamo affrontato il tema lo abbiamo fatto con la massima serietà, supportando l’iniziativa, che ha visto anche l’introduzione di un regolamento ad hoc, con un’istruttoria il più possibile approfondita e circostanziata. Il Tar ha riconosciuto il lavoro svolto, così come ha riconosciuto in capo al sindaco la possibilità di intervenire. Mi auguro che il nostro lavoro, avallato dal giudice amministrativo, sia di esempio per altri colleghi sindaci affinché facciano la propria parte per contrastare un fenomeno ahimè in costante crescita, quale è quello del gioco patologico. Fenomeno che rischia di aumentare ulteriormente in un momento delicato come questo nel quale i soggetti più fragili potrebbero essere tentati dal cercare la fortuna nel gioco».

Anche l’assessore Maurizio Cattaneo, che si era occupato della questione in commissione, esulta per la sentenza: «Sapevamo di essere nel giusto, e di avere proceduto correttamente, ed eravamo fiduciosi di un pronunciamento a nostro favore. Il tema mi sta molto a cuore, perché le cifre relative al fenomeno sono da capogiro, e ci sono persone che rovinano la propria famiglia».

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