Mariano, addio a Castoldi
Era il fondatore della Penna Nera

Il padre della cooperativa per disabili nata nel 1985 si è spento ieri a 91 anni. Sabato mattina il funerale a Santo Stefano

Per la “sua” Penna Nera, per i “suoi” ragazzi, Gianfranco Castoldi ha bussato per tutta la vita a porte che non avrebbe osato sfiorare per se stesso. Ha bussato e ha ottenuto, perché i “suoi” disabili venivano sempre al primo posto, dovevano avere sempre un posto davanti. Ieri, all’età di 91 anni, Castoldi, presidente onorario della cooperativa sociale onlus che aveva fondato più di 30 anni fa, nel 1985, se n’è andato lasciando molto più che un ricordo, un esempio grande. Non era uomo di tante parole, anzi di poche, ma quelle che diceva le aveva sempre prima ben pensate ed erano definitive, in più, le sue, erano parole di valore e non se le rimangiava mai. Un uomo dai valori granitici che continuava a perseguire, difendere e cercare anche oggi, in ogni sua azione.

Se gli si chiedeva perché avesse fondato una cooperativa per disabili, la risposta non c’era mai, lo aveva fatto perché lo riteneva giusto. Punto. Questo bastava. E così, con Ghislanzoni capogruppo degli Alpini di allora, aveva fatto nascere un centro diurno dove chi aveva difficoltà trovava un suo posto, lavorava e, soprattutto, veniva amato.

Alla fondazione il lavoro cominciò con un solo educatore, Bruno Mazza, e da allora non è possibile contare le famiglie che alla Penna Nera (che ora ha 24 dipendenti, 30 utenti in Cse in via Garibaldi e 9 nella casa di accoglienza “Casa Arcobaleno” in via Santo Stefano) hanno trovato un punto d’appoggio vero e affidabile, come lo era Castoldi. A lui non si poteva dire di no quando chiedeva per la Penna Nera, anche perché non mollava la presa finché non aveva ottenuto ciò che serviva ai suoi ragazzi.

Alla Penna Nera non era possibile restare indifferenti, partecipare alla sua crescita era un “ordine” che veniva dal suo presidente. Forte, deciso, volitivo, amava dire che la Penna Nera era il terzo dei suoi due figli e che, a volte, l’aveva amata come e forse più di loro dedicandogli tutto il suo tempo, non solo dopo la pensione, ma anche quando ancora lavorava, con l’aiuto di una moglie che con lui ha condiviso, e discusso, ogni scelta. La salma è composta alla casa funebre di fianco al cimitero di Mariano dove resterà fino al funerale, sabato alle 10.30 nella chiesa di Santo Stefano.

Carla Colmegna

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