Mariano, dopo sei mesi torna il virus
Quattro positivi alla Rsa Porta Spinola

Contagiata una ospite di 98 anni e tre operatori sanitari. Il presidente: «Individuati grazie ai tamponi che facciamo a tutti ogni 10 giorni»

La residenza sanitaria per anziani di Fondazione Porta Spinola si riscopre vulnerabile al coronavirus. A distanza di sei mesi da quando la realtà aveva lasciato fuori dalla porta la malattia, l’amara notizia agli ospiti e personale, ma soprattutto alle famiglie a casa, la rsa l’ha data in un comunicato rilanciato sui propri canali informativi: «A seguito dei ripetuti e programmati tamponi nasofaringeo un ospite è risultato positivo al Covid-19, asintomatico». Subito isolata la donna di 98 anni in una delle tre camere lasciate libere per l’eventualità; la stessa misura della quarantena è scattata anche per 3 operatori sanitari positivi al test. «Si tratta di una signora che viene seguita dal nostro personale, rafforzando i dispositivi di protezione individuale - spiega il presidente della Fondazione, Alessandro Turati che aggiunge - fino allo scorso mercoledì non avevamo un caso. Questi gli abbiamo scoperti grazie ai tamponi che ciclicamente facciamo ai nostri ospiti e operatori, una campagna che si era rarefatta in estate, per poi essere cadenzata ogni dieci giorno con l’autunno. La donna è completamente asintomatica». Tre gli operatori positivi alle verifiche, un infermiere e due ausiliari socio assistenziali. «Ora rifaremo i tamponi in maniera anche mirata al piano dove era ospitata la donna e a chi è venuto in contatto con gli operatori» anticipa Turati che ricorda come adesso la sfida al coronavirus si possa affrontare con le armi della prevenzione. «Manteniamo alta l’attenzione, rafforzando i dispositivi di protezione individuale - puntualizza - tant’è che gli ospiti del centro diurno così come gli operatori sono tutti negativi». A distanza di sei mesi da quando la rsa era risultata “covid-free” grazie all’impegno e lavoro del personale, spaventa oggi riscoprirsi vulnerabili alla malattia. «La preoccupazione c’è vedendo altre realtà a noi simili con casi pesanti: vogliamo evitare una situazione difficile» ammette il presidente che non vuole trovarsi a rivivere quanto successo la scorsa primavera quando la Fondazione era stata chiamata a confrontarsi con 21 lutti da inizio anno ad aprile. «La guardia è alta, ma è sempre rimasta tale, proprio perché questo virus è subdolo. I nostri operatori hanno subito risposto all’evento, seguendo il protocollo previsto» dice Turati che ringrazia il personale che anima la struttura di via Santo Stefano. «Per l’impegno, la dedizione e la professionalità mai venuti meno nonostante la fatica e la stanchezza che dopo un così lungo periodo cominciano a farsi sentire».

(Silvia Rigamonti)

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