Mariano, è scontro sui conti
«Un libro dei sogni costoso»

Le opposizioni contestano il piano da 12 milioni per il nuovo centro cottura e gli interventi sulle strade: «Mutui onerosi e manca pure la tangenzialina ovest»

È scontro tra maggioranza e opposizione sul Documento Unico di Programmazione, l’atto che anticipa e detta le linee di mandato della giunta guidata da Giovanni Alberti a Mariano.

Per la maggioranza, infatti, «il documento mostra l’impronta della giunta, soprattutto, nel piano annuale delle opere pubbliche sul territorio dove si investe sulle manutenzioni». Non per le minoranze che, invece, accusano: «È un libro dei sogni dove si trovano lavori per milioni di euro».

Dalla creazione del primo centro cottura locale alla riqualificazione di Villa Sormani, passando per la realizzazione di una ciclabile verso la stazione, senza dimenticare le asfaltature: questi sono solo alcuni degli interventi che la giunta vuole realizzare entro il 2022 per 12 milioni di investimento.

«Ma il dato che balza subito all’occhio è che vogliono coprire per metà i costi da sostenere con l’accensione di 6 milioni di mutui» spiega il capogruppo della lista civica Mariano 2.0, Simone Conti, che lancia l’allarme per la tenuta dei conti. «Questa decisione prima di tutto genera debito su una parte corrente che noi abbiamo tentato di riportare in equilibrio spegnendo i prestiti». Da qui l’affondo: «È un libro dei sogni dove , tra l’altro, manca il progetto che stanno portando avanti col coltello fra i denti, la tangenzialina Ovest».

Critica anche la posizione del Partito democratico che chiede di ponderare le scelte. «Sia per la realizzazione del centro cottura che della nuova scuola media è necessario verificare i dati, ossia se ci sono abbastanza utenti da giustificare gli investimenti» spiega il capogruppo democratico, Alberto Crippa.

Possibilista il Movimento Cinque Stelle. «Ci sembra siano state colte tante opportunità in passato chieste proprio da noi, come l’investimento sulle ciclabili, ma anche la destinazione di una somma al bilancio partecipativo per permettere ai cittadini di scegliere come spendere parte dei soldi pubblici» commenta Carmen Colomo che mostra, però, alcuni dubbi sulla scelta di utilizzare il capitale privato per finanziare alcune opere, come per il centro cottura. «Il Comune è poco tutelato giuridicamente in queste operazioni».

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