Mariano, il maxiripetitore
non sarà più via Isonzo

Il sindaco sta cercando una collocazione alternativa per l’antenna richiesta dalla Vodafone. Intanto la Lega polemizza: «Marchisio si è mosso soltanto perchè alcuni residenti hanno protestato»

Un’alternativa al posizionamento dell’antenna per la telefonia mobile della Vodafone in via Isonzo, adesso c’é. Anzi, forse più di una. Risposte concrete si avranno solo a fine del mese, ma tra le più credibili ci sarebbe quella di un’area di proprietà pubblica nei pressi del centro sportivo di via Santa Caterina da Siena.

Lo conferma il sindaco Giovanni Marchisio che sta cercando di evitare l’arrivo del traliccio da 28 metri che tante proteste ha scatenato nei residenti, tanto da indurli a costituire un Comitato di protesta.

«In giunta abbiamo approvato una delibera – spiega il primo cittadino – con la quale abbiamo chiesto di analizzare meglio l’impatto paesaggistico che un simile impianto avrebbe in centro città, fronte strada e a ridosso di un marciapiedi».

«Per questo abbiamo anche imposto una sospensione dei lavori già avviati in via Isonzo e chiesto di inserire nella variante al piano del governo del territorio in corso, una verifica della tutela dei valori paesaggistici e dello sviluppo armonico del tessuto urbano in relazione a questi impianti».

Intanto nella polemica si inserisce anche la Lega Nord che attacca il primo cittadino: «Marchisio la smetta di scaricare le colpe sugli altri - attacca Giovanni Alberti, capogruppo del Carroccio -: ogni volta che c’é un problema, la responsabilità era di chi ha governato prima o degli uffici comunali quando invece è palese che tutta questa vicenda è figlia della sua gestione».

Il leghista aggiunge: «Le carte dicono che la pratica è arrivata al protocollo il primo dicembre 2014 quando Marchisio era sindaco da sei mesi e l’autorizzazione è stata concessa il 20 aprile di quest’anno con inizio lavori l’8 giugno scorso».

Il sindaco replica: «Non ho mai detto che l’antenna è stata autorizzata dall’amministrazione precedente: non è il mio sport scaricare le responsabilità sugli altri. Ho solo specificato che noi politici abbiamo saputo dopo mesi della pratica che, correttamente, aveva seguito l’iter procedurale negli uffici».

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