Mariano, svolta vietata in via Santa Caterina. Ma ogni tre minuti c’è un’infrazione

Sicurezza stradale Il cordolo posizionato per impedire di girare a sinistra è sistematicamente ignorato. Auto, moto e addirittura bici non rispettano la norma. Il sindaco: «Manovra pericolosissima»

È stato posizionato in mezzo alla strada per obbligare a svoltare a destra. Ma limato nella sua altezza per non ostacolare il passaggio dei mezzi di soccorso mano a mano si allontana dalle strisce pedonali, ogni due minuti, c’è chi ne approfitta, per superarlo. Questo è quanto succede in via Santa Caterina, a Mariano, dove i furbetti della guida superano il cordolo per svoltare a sinistra, non curanti della segnaletica che li porterebbe alle due rotonde che dominano l’inizio e la fine del rettilineo per imboccare la corsia opposta.

È metà mattina di un giorno infrasettimanale quando si vede una macchina uscire dal parcheggio che si apre davanti alle palazzine rosse. Lo stop costringe l’automobilista a rallentare, una donna, fino a fermarsi completamente: uno sguardo a destra, uno dall’altra parte, ed ecco che la donna supera il cordolo per svoltare a sinistra verso il centro città. Poco dopo è un ragazzo alla guida di un furgone a ripetere la manovra che rischia di pesare su una viabilità che si congestiona già facilmente davanti all’istituto Monnet.

Ma il mancato rispetto della segnaletica non avviene solo verso il centro di Mariano, anche se rimane la direzione più gettonata. Perché basta rimanere fermi altri dieci minuti per vedere una moto uscire dal parcheggio dell’istituto superiore. Il cancello chiude la visuale, motivo per cui il centauro, un ragazzo, si trova costretto a guadagnare centimetro dopo centimetro la visuale: piede a terra, casco integrale, ecco che svolta a sinistra, verso Cabiate. Nemmeno i ciclisti rispettano il cordolo superandolo un po’ a piacere.

«La manovra è pericolosissima» commenta duro il sindaco Giovanni Alberti che rivendica la scelta di installare un cordolo a divisione delle carreggiate. «Questo dimostra come, a differenza di quanto sostengono altri, i cartelli di divieto non bastano: servono “ostacoli”, in questo caso veri e propri cordoli»

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