Mcs chiude, in bilico i sei dipendenti
Bufera a Mariano: «Un errore grave»

La maggioranza vota il passaggio delle sue competenze agli uffici comunali. Per ora solo due lavoratori saranno ricollocati. La maggioranza: «Avete fallito il rilancio»

Mariano dice addio a Mcs. Ieri il Comune ha avviato le pratiche che porteranno allo scioglimento della partecipata dopo dodici anni di attività sul territorio, tra riparazioni delle buche sull’asfalto, manutenzione degli edifici pubblici e cura del verde.

Una decisione figlia dello sfumare del piano di rilancio, spiega l’amministrazione, che sottolinea l’inutilità di mantenere attivo un doppione degli uffici municipali. Una scelta sbagliata per l’opposizione che, invece, ricorda la forza della società nel rispondere nell’immediato ai disagi dei residenti.

I tempi sono chiari: il primo febbraio si scioglierà la società. Da questa data sarà avviata la liquidazione che terminerà con la fine del 2019. Ma rimane il rebus dei dipendenti. O meglio, i due assunti a tempo indeterminato dal Comune verranno assorbiti in piazzale Manlio. Invece, i quattro assunti da Mcs saranno ricollocati solo dopo aver verificato i requisiti di legge. Ovvero, prima bisogna verificare se questi lavoratori siano stati chiamati tramite concorso o meno.

«Io concordo sulla visione di sviluppo di Mcs ma bisogna partire dalla realtà» ha esordito il sindaco Giovanni Marchisio, giovedì sera, in consiglio comunale. «Non abbiamo depotenziato la società, ma abbiamo risanato cose che non andavano - aggiunge - Una volta rimessa in sesto, proviamo a potenziarla. Ma lo sviluppo passa solo dall’ingresso di nuovi Comuni soci, uno si è tirato indietro perché commissariato, l’altro, invece, ci sta pensando».

Insomma, così com’è oggi Mcs non può andare avanti per la giunta. L’intento quindi è quello di liquidarla e riportare in Comune, ossia internalizzare i compiti a lei prima affidati con un risparmio di 204 mila euro per il bilancio.

Per la Lega «la relazione dello studio “Delfino&partners” altro non certifica che il fallimento del vostro progetto di riorganizzazione della società» tuona il capogruppo Giovanni Alberti. E aggiunge: «Anche il più bravo specialista da 25 mila euro poco può fare su un paziente moribondo. Questa società risponde tempestivamente ai disagi quotidiani lamentati dai cittadini, produce utili, funziona e noi la chiudiamo. Il potenziamento deve allargare tutti i servizi ad altri Comuni, non solo uno».

«Non è il momento giusto per riportare i servizi in municipio anche perché non ci sono dati che indicano che l’ente è in grado di riassorbirli» interviene Carmen Colomo per i Cinque Stelle.

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