Mobiliere morto in moto

Oggi l’addio a Mariano

Funerali lunedì alle 16 in Sant’Ambrogio per il motociclista vittima di un incidente nella Bergamasca. In prima fila gli iscritti al movimento antifisco del Drappobianco, che contribuì a fondare: «Penseremo alla sua famiglia»

Una tragedia che lascia attoniti e senza parole la scomparsa di Corrado Colombo, 43 anni, al quale domani, lunedì 10 agosto, alle 16 nella chiesa del Sacro Cuore, in via Sant’Ambrogio, amici e parenti diranno addio.

Oggi per lui e per la famiglia sarebbe stata una giornata di festa, con la partenza per le vacanze. Invece sabato l’uomo, che era anche tra i fondatori del movimento Drappobianco, ha perso la vita in un incidente stradale a Costa Serina, sulla strada provinciale.

Ieri la salma dell’uomo è stata riportata a casa, nell’abitazione marianese di via Dosso Faiti, stesso edificio della ditta di mobili di famiglia. Gente concreta, per bene, cinque fratelli, e Corrado era il più piccolo. Un rapporto speciale, soprattutto dopo che i genitori se ne sono andati entrambi troppo presto. E che adesso non san darsi pace. Così come non può farlo, e non potrebbe essere diversamente, la moglie.

Colombo lascia tre figlie, la più piccola di un anno appena, la maggiore di 12. Aspettavano di partire per le vacanze con mamma e papà, e invece i piani sono stati stravolti da qualcosa che non ha parole per essere spiegato a tre bambine.

«Quello che è successo è una tragedia inaudita, non riesco ancora a capacitarmi di ciò che è accaduto, sono frastornato. – dice Giuseppe Caggiano, volto del Drappobianco – Eravamo come fratelli, sempre insieme nella battaglia portata avanti non per un Paese senza tasse, ma per un Paese più giusto. Anche per lui come per me era una missione».

Sono tanti i membri del Drappobianco che in queste ore stanno manifestando il proprio dolore e cordoglio, condividendo immagini di Corrado Colombo durante le manifestazioni. «Adesso – prosegue Caggiano – staremo accanto alla sua famiglia, che non deve essere lasciata sola. Perché anche la nostra, ormai, è davvero come una famiglia».

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