Museo del Mobile, la strategia
«Guardiamo anche oltre Cantù»

Il vicesindaco Ferrari: «Crediamo alla collaborazione con il territorio». E replica a Spinelli (Pd): «È chiaro che bisogna fare squadra su un progetto come questo»

Un Museo del Mobile aperto al territorio. Con il coinvolgimento dei Comuni e delle aziende del circondario.E anche della Regione Lombardia, magari a partire proprio dai consiglieri regionali, da coinvolgere nel dibattito che vuole accompagnare la nascita effettiva di un’istituzione tanto attesa.

È questo uno degli obiettivi condivisi sia dalla minoranza, come affermato da Vittorio Spinelli, consigliere comunale Pd, sia dal vicesindaco e assessore alle attività economiche Matteo Ferrari, Forza Italia. Nel batti e ribatti tra le due parti, si intravede anche qualche possibilità di disgelo. Per un dialogo comune.

Un Museo che non deve essere solo, in senso ristretto, di Cantù, come sottolinea Spinelli dalla minoranza. «Dobbiamo coinvolgere persone, i Comuni limitrofi: Cantù dovrà essere aperta al territorio. Anche ad aziende come la Porro o la Former di Carimate, piuttosto che alla B&B di Novedrate».

Spinelli chiede anche che ci sia il coinvolgimento degli esponenti politici sovralocali. «Penso ad esempio ai consiglieri di Regione Lombardia del territorio, al di là delle parti politiche».

Ad ogni modo, il vicesindaco sembra essere sempre più orientato sulla nomina di un project manager: «Sono basito che si continui a fare proposte a mezzo stampa e non direttamente agli organi istituzionali - il pensiero del vicesindaco - È evidente che un progetto di questo tipo non possa non guardare al distretto. Il focus comunque è il progetto. Che dovrà essere molto chiaro anche dal punto di vista dell’autonomia finanziaria. E per questo servono professioni esterni. Ovviamente, si dovrà attingere anche all’offerta culturale che ci sta intorno».

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