’Ndrangheta a Cantù
Il processo va a Como

Accolta la richiesta dei legali di alcuni arrestati

Il processo quasi sotto casa, al Tribunale di Como, e non più a Milano. Perché, come riconosciuto nel corso dell’udienza di ieri, la competenza territoriale, per i fatti avvenuti a Cantù, in piazza Garibaldi, è appunto del Tribunale del capoluogo lariano.

Si sposta, quindi, il processo per le vicende di ’ndrangheta. Scenario: le notti in centro città, tra violenti pestaggi all’esterno dei locali e, secondo la ricostruzione dell’accusa, pressioni sui titolari delle attività. Ma anche sparatorie, per quello che è stato indicato come un regolamento di conti tra famiglie di calabresi, nello scenario del presunto controllo di bar e discopub.

Ma intanto, a registrare un primo riconoscimento, sono gli avvocati difensori. È da capire quanti dei 10 imputati, arrestati, tradotti in carcere e rinviati a giudizio, dovranno presentarsi nelle aule della giustizia di Como. Ieri, intanto, il processo apertosi al Tribunale di Milano, in virtù delle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, presente nella stessa metropoli lombarda, ha visto l’esame di un punto cruciale. In discussione, vi sono state le eccezioni presentate dai difensori.

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