’Ndrangheta e applausi in aula
L’Antimafia: «Un episodio grave»

La Commissione bicamerale «condanna i fatti accaduti al Tribunale di Como». I deputati M5S: «Il fenomeno delle infiltrazioni merita attenzione, come certi gesti scomposti»

Ora sul caso Cantù vigila anche la Commissione Parlamentare Antimafia. Da Roma, si avrà un occhio di riguardo in più per il pericolo di radicamenti mafiosi nel territorio. «Quanto accaduto qualche giorno fa al Tribunale di Como, dove il presidente ha ordinato lo sgombero dell’aula in seguito a boati e gesti scomposti dei parenti di alcuni imputati per ’ndrangheta, è molto grave e merita tutta l’attenzione della Commissione Antimafia».

Così si legge in una nota diffusa da Giovanni Currò a nome dei parlamentari del Movimento 5 Stelle nella Commissione Parlamentare Antimafia. Una bicamerale: siedono in commissione sia i deputati che i senatori. Nessuna tolleranza, per quell’applauso dei parenti degli imputati. Arrivato dopo che un difensore ha chiesto rispetto per i testimoni. Un attimo prima, un testimone - il responsabile della sicurezza dello Spazio - era stato incalzato dal pm per alcune discrasie con la sua precedente deposizione a verbale.

Viceversa, non ha per nulla intenzione di sottovalutare quanto successo in aula la Commissione, per la precisione i parlamentari del M5S, una delle forze di Governo insieme alla Lega. «Continueremo a seguire con il massimo scrupolo sia questa vicenda che, in generale, il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata nei territori del Nord - la sottolineatura - Negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi di atti mafiosi nelle Regioni del Settentrione, e adesso che questa escalation si accompagna anche a questi gesti senza pudore e tracotanti, occorre intervenire subito anche sul piano culturale. Proprio su quest’ultimo aspetto abbiamo messo l’accento con l’indirizzo che, ormai da tre mesi, abbiamo dato ai lavori della Bicamerale. Massimo supporto anche ai nostri omologhi in Regione Lombardia». Nei giorni scorsi, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, Lega, deputato di Cantù, intervistato da La Provincia, aveva utilizzato parole di totale fermezza. «La nostra attenzione è massima su ogni argomento. Stiamo potenziando l’Agenzia dei beni confiscati - le sue parole - Il mafioso è un mestiere infame, e la mafia è una cellula tumorale da estirpare».

D’accordo l’indomani anche il vicesindaco di Cantù Alice Galbiati: «Applausi che sono stati un bruttissimo messaggio. Come ha detto Molteni: Cantù non è come Locri. L’attenzione è alta». A Cantù ma anche a Roma.

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