Negozi di Cantù, corsa a riorganizzarsi
La riapertura tra entusiasmi e paure

Il 3 maggio è vicino: dubbi e preoccupazioni su sanificazione e norme a tutela della salute. Confcommercio: «La normalità tornerà». Confesercenti: «Tanti negozi a rischio di morte lenta»

Ottimismo e pessimismo. A corrente alternata. Voglia di tornare a vivere, sperano i negozianti, e chissà che non ci sia anche la voglia di tornare a fare acquisti. Ma anche lo scenario che, sul medio termine, da qui alla fine dell’anno, prevede commercianti strozzati dalle cartelle esattoriali. Perché impossibilitati a pagare le tasse in questo riavvio. Costretti a chiudere, dopo aver visto il fatturato calare in modo pesante anche nei prossimi mesi.

Si rischia una lenta moria di attività. Qualcuno ipotizza un -30%, la percentuale dei negozi che chiuderanno. Mentre le regole d’ingaggio della fase 2 sono poco chiare. Intanto, sanificazioni e pannelli in plexiglas, richiesti come adeguamento, hanno un costo: attorno ai 1.000 euro, dice chi si sta adeguando. Speranze e insicurezze, tra i rappresentanti delle associazioni di categoria. Che riflettono anche, al di là della voglia di ripartire, i timori dei commercianti. Non sono ancora chiare le indicazioni.

«Nessuno ha una direttiva precisa - denuncia Alessandro Bolla, referente cittadino per Confcommercio Como - attendiamo queste regole, per capire cosa fare. C’è chi ci chiede se ha senso sanificare il negozio chiuso due mesi fa. Chi come sanificare quando si aprirà, e arriveranno i clienti. Certamente i negozi più piccoli avranno uno spazio più gestibile, in questo senso. Ma avremo tutti cura: si sta già pensando al materiale usa e getta. Però nessuno sa cosa vuol dire sanificare un abito, e come farlo. Comunque credo che la gente vorrà tornare a vivere...».

Tra i pochi lati positivi, forse l’unico, la riscoperta dei negozi di vicinato, come osserva Claudio Casartelli, presidente di Confesercenti Como. «Potrebbe essere che vi sia una fideilizzazione di chi ha scoperto e apprezzato la qualità e la cortesia degli alimentari sotto casa - dice Casartelli - Tutto il resto è un punto di domanda spaventoso, dall’abbigliamento alla ristorazione. E poi, quale sarà la situazione emotiva delle persone? Usciranno per fare acquisti? Potrebbe esserci anche l’assalto, oppure per niente. E’ una ripartenza totalmente al buio».

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