«Non fu spionaggio industriale»
Assolto l’architetto

Il professionista era accusato di “rivelazione di segreto professionale” per avere proposto a un’altra ditta un progetto simile a quello già ideato per un’azienda canturina. Ma i giudici hanno rilevato che non è così

Nessuno spionaggio industriale, nessun progetto copia e incolla. È quanto stabilito dal Tribunale di Como per il caso dei disegni di un albergo di Firenze e per un resort ai Caraibi, per il quale era finito a processo l’architetto Alessandro Galloni, 57 anni, originario di Desio ma attualmente residente in Svizzera.

Galloni è stato assolto perché il fatto non sussiste: l’accusa era quella di rivelazione di segreto professionale. Una sentenza, questa, che è definitiva, in quanto non è stata impugnata in appello dalla Procura comasca. Quindi, il caso è chiuso.

La vicenda risale al 2011. L’architetto Galloni è stato per anni collaboratore della Consonni International Contract di Cantù, con sede in via Rienti, che gli aveva contestato l’utilizzo del piano progettuale già effettuato per lei. Ma i giudici di Como hanno rilevato che i progetti poi effettivamente realizzati con un’altra azienda non fossero propriamente gli stessi.

Come spiega l’avvocato Mauro Bussani, che ha difeso l’architetto Galloni, «il Tribunale, oltre a escludere che vi fosse prova della similitudine tra i vari progetti, ha escluso ogni coinvolgimento di Galloni in relazione al progetto del Resort Canouan (il cui bando di gara era stato indatto dopo la cessazione del rapporto di collaborazione tra Galloni e la Ctc Consonni Contract) e ha ritenuto non provato un eventuale coinvolgimento del medesimo in relazione al progetto dell’Hotel Ambasciatori, tenuto contro tra le altre cose della “grande incertezza” manifestata al riguardo dal principale teste dell’accusa».

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