«Più botteghe aperte»
Cantù dimostra quanto vale

Piace l’iniziativa delle aziende locali per la Festa del legno. E c’è chi chiede altri eventi simili durante l’anno: «Tanti giovani non sanno affatto come si lavora»

Tutti d’accordo sulla proposta formulata da Alfio Terraneo, il presidente della Consulta per l’economia: i capannoni degli artigiani devono diventare un luogo dove proporre appuntamenti e incontri culturali.

Con esperti del settore chiamati a stimolare un dibattito su legno arredo e design. Un’ideale versione evoluta di Botteghe Aperte. Chi vi partecipa crede nella formula. Magari sogna come bis una festa- vetrina in centro città. In genere, si divide in due ranghi di opinione. Qualcuno vorrebbe l’appuntamento dell’apertura al pubblico anche un paio di volte all’anno. Altri pensano a qualcosa di più atteso, con cadenza da vera e propria Biennale.

«Noi abbiamo avuto in particolar modo colleghi di altre ditte, in un venerdì per nostra scelta lavorativo - afferma Simone Molteni, A&D74 di via Genova - la verità è che a girare si vede sempre qualcosa di particolare. Io stesso sono andato in altre aziende per capire, in genere, come sia il momento. Mi sembra che si sia innescata una specie di solidarietà tra colleghi».

Più favorevole a veri e propri incontri culturali - l’esempio sono le serate con ospiti famosi da Riva1920 - Andrea Molteni, Moltenimobili, via dell’Artigianato. «Da noi c’è stata parecchia gente - afferma - penso che Botteghe Aperte debba esserci una volta all’anno: altrimenti si rischia la svalutazione. Tanti giovani molte cose non le hanno mai viste. E Botteghe Aperte è senz’altro un’occasione. Sono tante le situazioni da scoprire e i personaggi che hanno qualcosa da dire possono avvicinare tutti al mondo dell’artigianato».

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