Preghiera islamica sotto San Paolo e la Lega critica: «Immagine inquietante». Ma per la Comunità pastorale di Cantù è un «importante momento di dialogo»

Cantù Il sottosegretario Molteni: «Perdita di identità». Il capogruppo Maspero: «Colpo al cuore». La replica della Comunità pastorale: ««Il discorso interreligioso è importante»

Da una parte, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, Lega: «L’immagine della preghiera islamica, riservata ai soli uomini, sul sagrato di San Paolo, in occasione di una manifestazione organizzata dalla comunità pastorale locale, non ci può lasciare indifferenti, anzi mi preoccupa e inquieta profondamente».

Dall’altra, per la commissione cultura della comunità pastorale San Vincenzo, Carlo Marelli: «Pensiamo - dice a proposito del sabato sera organizzato in centro insieme a 24 realtà e associazioni, religiose e laiche - che un discorso interreligioso sia importante. Vogliamo far conoscere anche la realtà dei musulmani, che non devono essere visti come terroristi o come quelli che devono andare a casa loro».

Tra le manifestazioni del Comune

Così all’indomani della cena di sabato in piazza Garibaldi - l’incontro di coesione sociale - iniziativa inserita nel programma di Primavera Canturina: le manifestazioni del Comune, governato dal centrodestra, nella città dove la Lega ha sfiorato il 40% alle comunali 2019. «Il legittimo dialogo interreligioso - afferma il deputato - non significa rinunciare ai simboli di una comunità improntata ai principi cattolici e cristiani». Non gradita a Molteni, la preghiera dell’iftar fuori da San Paolo: «Occupare il sagrato di una chiesa, simbolo della nostra comunità, per concludere la preghiera del digiuno in tempo di Ramadan, non è un segnale di tolleranza ma di relativismo dominato da una perdita di identità rispetto ai valori occidentali».

Molteni rimarca quindi la chiusura dell’oratorio di San Teodoro, dove anche lui è cresciuto: «Si chiude un oratorio e si consente alla comunità islamica locale di pregare sul sagrato della Basilica di San Paolo». E incalza sulla vicenda del capannone di via Milano. «Da anni mi batto, io e tanti canturini, per bloccare la realizzazione di una moschea illegale a Cantù. La giustizia ci sta dando ragione - dice - Dialogo significa confronto ma anche rispetto delle regole. Quei precetti che la comunità islamica locale ha sistematicamente violato occupando illegalmente un capannone trasformandolo in una moschea clandestina. Fino a quando le comunità islamiche non sottoscriveranno le intese previste dalla nostra Costituzione, accettando diritti e doveri, precetti democratici tra i quali la parità uomo-donna, non potrà esserci vera integrazione e il dialogo rimarrà impossibile».

Il botta e risposta

Dalla Lega, interviene anche Gabriele Maspero, capogruppo consiliare: «Sono andato a messa a San Paolo anziché nella mia parrocchia. Ci tenevo, perché la foto della preghiera islamica sul sagrato è un colpo al cuore, un segnale: dove prima pregavate voi adesso preghiamo noi. Qui invece non c’è proprio nulla da conquistare, c’è libertà e il dialogo si fa tra le persone, non con azioni simboliche mal interpretabili. Serve più rispetto, più attenzione e più buon senso».

Infine, per la comunità pastorale, Carlo Marelli ricorda che «cristiani, musulmani e ebrei hanno un unico patriarca, Abramo. Non si è pregato in piazza perché la piazza è un luogo civile. E la preghiera è avvenuta non in chiesa, ma sul sagrato. La questione del capannone non c’entra nulla».

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