Quarta dose, è un flop: il vaccino anti Covid piace solo al 6% di canturini

Il caso In città finora l’hanno fatto solo 2.227 persone. Il dottor Iofrida: «Fondamentale per anziani e fragili». Appello del vicesindaco: «Mantenere alta l’attenzione»

La quarta quarta dose di vaccino anti-Covid non riesce a sfondare: in città è stata somministrata a 2.227 persone, il 6%. Percentuale bassa, perfettamente in linea con la media provinciale. Per fare un confronto, un dato quattordici volte inferiore a quello dei canturini che hanno ricevuto prima e seconda dose, 33.279 persone.

Nelle intenzioni del ministero della Salute e del governo, si puntava ben più in alto, per ottenere una buona protezione contro il virus nelle fasce di popolazione più a rischio. E quindi evitare l’ennesima paralisi del sistema sanitario. Inizialmente la quarta dose, la seconda dose di richiamo o secondo booster, era riservata solo alle categorie più vulnerabili.

Over 60 e immunodepressi

Dalla metà di luglio, invece, può essere somministrata a tutte le persone che abbiano almeno 60 anni, oltre, appunto, a immunodepressi e fragili. Lo scorso maggio erano circa 400 i canturini ad aver ricevuto la quarta dose. Oggi sono 2.227. Il doppio, 5.418, quelli che non hanno nessuna cose di farmaco anti-Covid. Una situazione generalizzata, non solo cittadina. La percentuale è la stessa nei Comuni vicini, dove pure, per la seconda e terza dose, i dati volavano.

Eppure il Covid non è sparito. «No, assolutamente – dice Antonio Iofrida, il medico di base figinese che coordina la somministrazione a domicilio del vaccino con i colleghi - purtroppo un giorno Covid free non l’abbiamo ancora avuto». Nei mesi scorsi hanno portato la quarta dose ai pazienti che, per la propria condizione, devono essere raggiunti a casa. Circa la metà, 400 su 800, ha aderito.

«La quarta dose è da fare – prosegue – ma c’è molta meno adesione rispetto alla terza». Il motivo? «Credo che siano tanti. Chi ha pensato che la pandemia fosse passata, che in estate non ci si ammala. Tanti hanno avuto il Covid. Altri rimandano, immaginando che ci sarà un richiamo generalizzato e aspettano vaccini mirati sulle nuove varianti». Tante le possibili spiegazioni, ma quel che è certo è che il Covid è ancora ben presente.

«Debilitante e pericoloso»

«Non siamo liberi – continua Iofrida – non bisogna mai abbassare la guardia. Si sono avute le polmoniti e i più fragili finiscono ancora in ospedale, anche se non c’è la situazione drammatica dei mesi scorsi».

La convinzione, che il virus abbia perso forza, che ormai sia un raffreddore. «Però – sottolinea – chi ne è colpito dice di sentirsi uno straccio, con dolori mai sentiti prima ed effetti che durano a lungo, il cosiddetto long Covid. E poi teniamo sempre presente che per un anziano avere un’influenza, con diversi giorni di febbre, può essere davvero molto debilitante e pericoloso. Lo stesso vale per un diabetico. Non facciamo mai l’errore di sottovalutare il Covid». Cantù, in termini di decessi, ha pagato un conto molto alto alla pandemia.

E anche dall’amministrazione arriva l’appello alla prudenza: «Dobbiamo continuare nel solco del passato – le parole del vicesindaco Giuseppe Molteni - è vero che stiamo riassaporando la normalità, ma se la quarta dose è considerata opportuna, è meglio farla. In questo caso, probabilmente, si tratta di un approccio più individuale, ma il Covid non è scomparso e occorre avere ancora la massima attenzione, soprattutto le persone più vulnerabili».

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