Sharon, Cabiate si muove
«Più vicini alla mamma»

Il sindaco: «Il paese non lascerà sola la famiglia della bambina»

Il dolore e l’orrore sono tornati in primo piano a Cabiate, dopo essere rimasti “sotto traccia” negli ultimi giorni.

La lunga lettera scritta da Silvia Barni, la giovane mamma della piccola Sharon, morta a diciotto mesi l’11 gennaio scorso nella casa di via Dante, ha riaperto una ferita che non si era mai chiusa.

La lettera, letta dagli avvocati Lara Citterio ed Elisabetta Fontana, ha espresso tutto il dolore della giovane mamma cabiatese e anche la rabbia per la fiducia riposta nel compagno che adesso è in carcere con la terribile accusa di aver ucciso a botte e con i maltrattamenti la piccola Sharon “quel maledetto pomeriggio” mentre lei era al lavoro.

La ferita della tragedia è ancora aperta e probabilmente lo resterà per molto tempo ancora, almeno sino a quando non si potrà celebrare il funerale (gli accertamenti medico-legali hanno consigliato alla Procura di non concedere il nulla osta per la sepoltura).

Un momento atteso da tutta Cabiate per poter abbracciare Silvia e la famiglia, con un pianto liberatorio. Gli avvocati della giovane mamma hanno però lanciato un appello: «Chiediamo alla comunità di Cabiate di stringersi attorno alla mamma di Sharon e alla sua famiglia. Non solo quando ci saranno i funerali, ma anche dopo: serve l’affetto di tutti per spezzare questo dolore inconsolabile».

Il sindaco Maria Pia Tagliabue ha accolto l’invito. «Sicuramente il nostro paese non lascerà sola questa famiglia -dice - Sono convinta che all’appello risponderanno tutti i cabiatesi. E che la risposta sarà, come sempre positiva». Le hanno fatto eco il capogruppo della minoranza Isaia Villa e la Caritas parrocchiali. Tutti pronti ad aiutare la giovane mamma.

(Guido Anselli)

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