Spaccio nelle scuole comasche
Le indagini portano a Cantù

La Finanza è risalita alla rete di distribuzione della droga. Tra i fornitori i tre giovani albanesi fermati in città lo scorso novembre

Hascisc e cocaina? Roba per anziani. Oggi, nelle scuole del Canturino e in quelle di Como, va molto di moda una pomata alla marijuana. Pare che ai ragazzi piaccia utilizzarla per ungere la cartina della sigaretta, con l’effetto di accentuarne il gusto.

È uno dei retroscena, senz’altro tra i più curiosi, della maxi indagine chiusa in queste ore dai baschi verdi della guardia di finanza del gruppo di Como su un giro di spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole superiori di Cantù e in quelle di Como, seconda tranche di una attività di inchiesta già condotta tra il 2014 e il 2015, quando le fiamme gialle denunciarono 11 persone, alcune delle quali ancora minorenni.

Ora la guardia di finanza alza il tiro e dalla piccola manovalanza - cioè dai piccoli spacciatori che attendono i clienti all’uscita da scuola - risalgono a fornitori e intermediari.

Tre di loro, i cui ruoli sono andati meglio chiarendosi negli ultimi giorni - sono i tre giovani albanesi fermati proprio a Cantù alla fine dello scorso mese di novembre, quando nelle loro abitazioni le fiamme gialle rinvennero cocaina già suddivisa in palline pronte per la vendita nascoste tra un divano letto e lo scaldabagno.

Altri dettagli sul giornale in edicola lunedì 2 gennaio.

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