Truffa del finto tecnico dell’acqua. Anziani derubati dei gioielli di famiglia

Inverigo Si è presentato come dipendente comunale in una casa in via General Cantore. La figlia delle vittime: «Ha fatto esplodere anche petardi per simulare problemi ai tubi»

Una brutta avventura per una coppia di anziani di Inverigo che l’altro giorno hanno ricevuto la sgradita visita del “truffatore dell’acqua”. Il malvivente si è fatto aprire, spacciandosi per un addetto del Comune e usando come “lasciapassare” l’amicizia con uno dei figli delle vittime e una volta dentro, per convincere la coppia di ottantenni del pericolo, non ha esitato a far esplodere dei petardi. Prima di fuggire ha fatto in tempo a sottrarre alcuni gioielli, ricordi di famiglia. Siamo in via General Cantore, nel pieno centro cittadino. Il citofono di una coppia di ottantenni, suona , l’altra mattina. Risponde la signora che si sente dire: «Sono un addetto del Comune e devo controllare l’acqua».

Il raggiro

Per vincere la diffidenza, l’uomo sulla trentina, ben vestito, come riferiranno poi i due anziani ai carabinieri, si spaccia per amico del figlio. E aggiunge: «Guardi che è pericoloso, usare l’acqua. Ci sono state delle persone che sono state male, per un principio di avvelenamento: mi faccia entrare, così controllo . Ci metto un attimo».

A quel punto la signora, nonostante fosse al corrente dei recenti tentativi di truffa, rassicurata dal malvivente, ha aperto la porta e lo ha fatto entrare. Appena in casa il truffatore ha messo da parte le “buone maniere” ed ha iniziato ad essere insistente. «Ha incalzato mia mamma per essere portato in cucina a controllare l’acqua del lavandino - ricorda la figlia della coppia inverighese -. Per essere più convincente ha fatto esplodere dei petardi.

Ha detto: «Lo sente signora, sono i tubi dell’acqua che stanno scoppiando. Dobbiamo fare in fretta a controllare». Il trambusto e il forte rumore hanno messo in agitazione mia mamma che nel frattempo era salita al piano di sopra, da mio padre». Il truffatore però non si è scomposto ed anzi ha anche strappato dalle mani della signore il cellulare, prima che riuscisse a parlare con il figlio. «Ha finto di essere in contatto con mio fratello, ripetendo il nome ad alta voce, anche se la telefonata non era partita -ricorda ancora la figlia -. Poi, prima di andarsene ha rubato alcuni gioielli e dell’oro che erano della nonna di mia mamma, con un valore più affettivo che economico». Pochi minuti dopo la figlia è arrivata dai genitori.

«Sul tappeto sono riuscita a trovare alcuni frammenti dei petardi, anche se il malvivente aveva raccolto la parte più grande -spiega -. I carabinieri, che sono arrivati subito, hanno detto che è una truffa diffusa sul territorio e per questo voglio mettere in guardia gli inverighesi, in particolare i più anziani».

Il precedente di Cabiate

La dinamica ricorda in modo perfetto l’episodio che è avvenuto a Cabiate lo scorso dicembre. Anche allora il truffatore non aveva esitato a far esplodere dei petardi in casa, per simulare lo scoppio delle tubature.

Anche la descrizione fatta dalla coppia di anziani (un ragazzo alto circa 1,65 metri, magro, di carnagione chiara, che parlava correttamente l’italiano) ha molti punti in comune con il malvivente entrato in azione ad Inverigo.

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