Vicino di casa a processo per vilipendio
«Ha imbrattato la tomba di mia figlia»

L’accusa della donna «Mi gridò: “il tuo nome è stato già scritto, la pistola ce l’ho, ti manca poco”»

Avrebbe vilipeso la tomba della figlia della vicina di casa con la quale ci sarebbe in atto da tempo una situazione conflittuale. È l’odiosa accusa mossa contro un uomo di 45 anni originario ma residente a Carugo al tempo dei fatti, imputato a Monza per presunto vilipendio e minacce.

I fatti risalgono al 25 aprile del 2016. Il procedimento è stato aperto nelle ultime ore davanti al giudice monocratico del tribunale di Monza, Giovanni Gerosa.

Conflitti che si sarebbero innescati già da tempo. Ma si tratta di circostanze che potranno essere meglio chiarire durante il processo. Nell’aprile del 2016 la parte offesa, una donna di 58 anni di Carugo, stando al racconto formulato in denuncia, era appena uscita dalla caserma dei carabinieri di Mariano Comense. Secondo la ricostruzione di parte, la donna sarebbe stata seguita in macchina dall’imputato che in quel momento si sarebbe trovato insieme al figlio. A un certo punto intorno a mezzogiorno, la donna avrebbe sentito urlare l’imputato che avrebbe detto “il tuo nome è stato già scritto, la pistola ce l’ho, ti manca poco”.

La donna pur non affacciandosi forse per evitare che la situazione potesse degenerare ulteriormente avrebbe tuttavia riconosciuto la voce dell’imputato.

Nel giro di pochi minuti la signora ricevette la telefonata da parte dell’ex marito, che vive a Giussano, nel cui cimitero riposa la loro figlia, che l’avvertiva del fatto che la tomba era stata vilipesa. U

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