Noi comaschi come i gatti della Ticosa

Dev'essere difficile per chi gestisce il sito di un Comune dare una buona immagine della città ai potenziali turisti, senza prendere in giro chi quella realtà la conosce, cioé i cittadini. Sono stato attirato, nel sito del Comune di Como, da “Vivi la città”, area nella quale la prima proposta è quella di conoscere "Como che cambia": vengono illustrati dieci progetti di innovazioni ambientali di portata strategica, compreso il nuovo lungolago.
Incuriosito, sono entrato a vedere “il nuovo quartiere Ticosa”. Sono tre pagine che illustrano, con immagini mirabolanti, il progetto, la sua collocazione nella storia della città, la sua vocazione ad accogliere la popolazione lacustre stufa di abitare in suburbi come Moltrasio o Torno, la sua valenza ecologica, si presume anche grazie alla bonifica del sottosuolo. Si può proseguire con amenità sulla storia della Ticosa (corretta e puntuale, si ferma al 1980), sul progetto ed il cantiere. Nessun aggiornamento, naturalmente, niente sugli ultimi trent'anni  e tantomeno sulle vicende più recenti.

Giorgio Riccardi
Como


A malincuore ho dovuto tagliare la sua deliziosa lettera, ma la ringrazio per la segnalazione. Soprattutto la pagina che il sito del Comune riserva ai mici della Ticosa e alle premure con cui venne a suo tempo attivato il piano per il trasferimento della colonia felina è da leggere: c'è da morir dal ridere.
Lei ha ragione: meglio lasciarli liberi e felici, quei 23 randagi, invece di catturarli «con gustose trappole gastronomiche». Strano destino, quello dei comaschi. Un po' come i gatti della Ticosa, anche noi siamo caduti nella trappola degli annunci e dei proclami mirabolanti. Ammaliati dai fuochi d'artificio, ci siamo tutti illusi e quanto fosse gustosa quell'esca lo stiamo apprezzando appieno soltanto oggi. Caro Riccardi, mi viene un sospetto: chissà che non sia pronto anche per noi un piano di trasferimento in qualche colonia lontana?

Pier Angelo Marengo
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