Guardiamo agli esempi positivi

La violenza scatenata a Roma non ha niente a che fare con la ribellione ai poteri forti. Ma se tutta la popolazione delle città occupasse i centri del potere, si tratterebbe di violenza o di Rivoluzione? Se la Rivoluzione francese fosse stata fatta sventolando bandierine, Luigi XVI si sarebbe messo a ridere. Oggi siamo troppo "civili" per assaltare la Bastiglia, anche se sarebbe ora di svegliarsi.
Il mondo è dominato da interessi economici così ramificati che è impossibile combatterli. Gira alla rovescia, premia i più furbi, fa credere che i motori delle auto funzionino a benzina mentre già 80 anni fa esisteva un motore ecologico prontamente stroncato dai petrolieri, riempie i supermercati di cianfrusaglie cinesi a danno delle aziende locali.
Il mondo è governato dai poteri forti a cui perfino i presidenti USA devono adeguarsi. Un piccolo esempio ce l'abbiamo anche a Como, svilita da un lungolago di plastica e dove l'acqua del Lario è considerata una merce da vendere. Come può la gente comune opporsi? La situazione è questa. Non saranno certo le manifestazioni pacifiche a cambiarla.

Nicola Guarisco
Como

Quella di chi incendia i cassonetti è una violenza cieca, priva di un disegno che non sia quello nichilista dell'annientamento del sistema. Non mi sembra un gran programma. Molto più interessante è il fenomeno recente degli indignati. Studenti, pensionati, lavoratori, tutti pacificamente uniti contro la finanza rapace di Wall Street. Forse il movimento non decollerà mai, ma intanto preoccupa e perfino Obama li ha difesi. Perché  - ha detto - chi protesta dà voce alla frustrazione che c'è nel Paese. Quanto a Como, che bello sarebbe se anche i comaschi ritrovassero la forza di indignarsi. Ma la violenza lasciamola ai black-bloc: da Cristo a Ghandi, da Nelson Mandela a monsignor Romero, direi che per chi vuole cambiare il mondo gli esempi positivi ai quali rifarsi non mancano.

Pier Angelo Marengo
[email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA