I costi della politica non sono solo le laute retribuzioni e i tanti i privilegi degli eletti nelle pubbliche istituzioni e i vergognosi rimborsi elettorali, ma anche gli innumerevoli ammennicoli che i nostri politici possono elargire agli amici degli amici.
Tra questi spiccano i finanziamenti a pioggia erogati ad enti e associazioni varie su segnalazione di questo o quel parlamentare in base alla "legge mancia", che consente di assegnare mance anche molto sostanziose a discrezione dei componenti la commissione Bilancio di Camera e Senato, senza passare al vaglio del Parlamento.
Con tale legge venne erogato nel 2005 oltre mezzo miliardo di euro, successivamente la legge fu abolita dal Governo Prodi, ma fu poi riattivata nel 2008 dal Governo Berlusconi.
Noi ci associamo al giudizio di "colossale porcheria" che ne danno autorevoli osservatori.
Se a tutto ciò aggiungiamo gli enormi costi della corruzione, che fa aumentare vertiginosamente i costi di opere e servizi pubblici, i proventi illeciti, le truffe e gli imbrogli che certi partiti e certi politici tollerano o alimentano, ci possiamo rendere conto di quanto costi al Paese questa malapolitica e della difficoltà di porne rimedio. Invitiamo tutti i partiti a isolare i mascalzoni che si annidano al loro interno, anzitutto quelli presi con le mani nel sacco, facendoli dimettere, nonché tutti coloro che si trovino coinvolti in faccende di corruzione o impelagati in vicende giudiziarie per altri reati. Invitiamo Governo e Parlamento a ritirare da subito sia la legge mancia sia quella relativa ai rimborsi elettorali.
Giovanni Dotti
Martino Pirone
Questo è il vero banco di prova del governo Monti: anche perché il taglio degli sprechi è strettamente connesso con la riduzione del prelievo fiscale. Dopo i mesi del rigore, che soprattutto il ceto medio ha dovuto subire, ora attendiamo che accada qualcosa anche su questo fronte. I segnali, almeno per ora, non sono buoni: la lotta è impari e tutto fa prevedere che la Casta non lascerà nulla di intentato per difendere quei privilegi a custodia dei quali sembra essersi arroccata.
Pier Angelo Marengo
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