Quei calciatori danno un calcio al buonsenso

Lo dice un interista che non può che ringraziare l'Inter di Mou e quindi Sneijder per le gioie provate dopo i trionfi degli ultimi anni: rifiutare 24 miliardi delle vecchie lire che l'olandese intascherebbe in tre anni anziché in due è uno schiaffo morale al Paese in tempi di crisi. La verità è che questi professionisti godono di trattamenti a dir poco privilegiati, aldilà delle faraoniche remunerazioni conducono sempre il gioco dentro e fuori il campo così da decidere di andarsene quando più o meno gli comoda o da pretendere compensi immeritati. Come in altri casi il buon Moratti si è dimostrato magnanimo e nei guai ci si è cacciato da solo offrendo ingaggi spropositati.

Romano Valsecchi

I calciatori sono dei privilegiati, ma fanno finta di non saperlo. Una volta comandavano i club, adesso comandano loro. I tifosi, mai. I tifosi sono gli unici a credere nella bandiera, nella tradizione, nella maglia. I calciatori passano semplicemente da un datore di lavoro (di prebende) all'altro, anche nel corso d'una medesima stagione. Fanno la voce forte perché le regole glielo consentono. E perché glielo consentono munificenze assurde, tipo quella che gratifica Snejider di sei milioni di stipendio l'anno. Non c'è solo Moratti ad ambire al titolo di Paperone, la fila è lunga. Ma almeno Moratti, e gli altri presidenti con lui, dovrebbe evitare di dichiararsi sorpreso da atteggiamenti da lui stesso favoriti. Infine, una postilla tecnica: l'Inter di Stramaccioni non sa che farsene d'un campione che non rientra nel campionario di giocatori adatti al calcio preferito da Stramaccioni. Perciò vuole abbassargli l'ingaggio per venderlo più facilmente.

Max Lodi

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