Monti dice che non esiste più né destra, né sinistra, anzi Dio ci liberi da queste divisioni superate dalla storia. Chissà, forse ha ragione, ripeto forse, anche perché i partiti sono un po' tutti uguali, hanno gli stessi programmi, tutti vogliono abitare in quel lussuoso grande centro, alibi per dimenticarsi dei poveri. Ma la realtà non è così: se destra e sinistra fossero scomparse non ci sarebbero poveri e ricchi, sfruttati e sfruttatori, oppressi e oppressori. Non ci sarebbero contribuenti onesti o evasori fiscali, imprenditori che considerano il sindacato dei lavoratori una sorta di palla al piede da cui liberarci.
Emilio Vanoni
Monti si riferisce alla tradizionale incomunicabilità ideologica tra destra e sinistra. C'erano una volta estremi che adesso si toccano. Perfino si integrano, come appare chiaro da alcuni punti dei rispettivi programmi elettorali: c'è poca differenza, quasi nessuna. Ma il punto è anche un altro: la trasformazione sociale, con l'insediarsi d'un blocco di ceto medio allargato, ha portato a conseguenze politiche. I cittadini non giudicano la possibilità d'essere rappresentati in base a storia e vocazione dei partiti; ma in base alla loro pratica capacità di rispondere agl'interessi odierni di ciascun elettore. Infine la questione crisi: di fronte a un collasso finanziario con gravi ricadute economiche e sociali, bisogna saper rispondere (sapersi difendere) in modo unitario, trasversale ai vecchi steccati, moderno. È un modo né di destra né di sinistra né di centro: è un modo d'atteggiarsi differente rispetto alla diversità epocale. Se si resta immobili, come si fa ad andare avanti?
Max Lodi
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