Cara provincia
Sabato 19 Settembre 2009
Telefonino alla guida e casse esauste
Ma per le nostre strade non c'è più il becco di un quattrino
In questo caso, non si dovrebbe fare ma lo facciamo tutti, chiediamo al simpatico vigile di chiudere un occhio.
Ma se sei "pizzicato" a guidare mentre parli al telefonino … eh no … in questo caso nessuna pietà! Qui la multa te la tieni e la paghi senza discutere, facendo ammenda d’aver sbagliato e con la promessa di non ripetere più l’errore.
Il Comune di Como non ha più un centesimo e le strade spesso sono carenti di manutenzione e buona segnaletica. Quindi perché non utilizzare il ricavato di queste sacrosante contravvenzioni per renderle più sicure?
Carlo Crimella
Albate
Il telefonino è un maledetto arnese che ci mette tutti quanti nella condizione degli scribi davanti all’adultera: nessuno è senza colpa. Certo, telefonare quando si guida può essere pericoloso, quindi la sanzione è sacrosanta.
Peraltro già una quota parte dei proventi delle violazioni al codice della strada dovrebbe essere destinata alle strade stesse: questo dice una legge che quasi nessuno rispetta. In ogni caso, caro Crimella, perché caricare sul groppone dei contribuenti anche quest’onere? Non sarebbe più giusto presentare il conto ai nostri aministratori locali, ridurre i loro lauti compensi e destinare il risparmio a questo scopo? Invece nelle casse del Palazzo non c’è più il becco di un quattrino neppure per rattoppare le strade, ma in compenso noi continuiamo a pagare profumatamente chi ci ha ridotto sul lastrico e meriterebbe d’essere licenziato in tronco. Con un SMS.
Pier Angelo Marengo
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