L’ecomostro visto da chi vive lontano

Le foto pubblicate sul vostro sito internet documentano lo scempio: sono annichilita

Quasi per caso vengo a conoscenza della costruzione di un muro sul lungolago della mia cittá natale, in cui non vivo piú da un anno circa: sono annichilita. Le foto pubblicate sul vostro sito internet documentano lo scempio. L’orizzonte cosí familiare delle montagne che circondano il porto cancellato e sfigurato da un opaco, disgustoso blocco di cemento, di quelli che incontri ai bordi delle strade, in qualche periferia e che associ presto al degrado e allo squallore di paesaggi e vita.
Ma com’é possibile che abbiano fatto questo al cuore vivo della nostra amata cittá, a quello spettacolare paesaggio che chiunque, in foto o cartolina, subito associa al nome della nostra Como, e che porta con sé nel cuore come un dolce ricordo del soggiorno nella nostra cittadina? Ho quasi le lacrime agli occhi, scorrendo le immagini al computer di quelle sponde, che solo qualche mese fa ancora si scorgevano occhieggiare dalle palizzate erette intorno al cantiere delle paratie, mentre ora nulla rimane della vista a me tanto cara.
Mi chiedo quale pazza giustificazione i nostri amministratori potranno mai addurre per un’opera cosí sconclusionata, inutile e deturpante, che, col pretesto di salvarci da 10 cm d’acqua ogni 5 anni o giù di lí (che saranno stati pure un disagio per alcuni abitanti, ma conferivano un innegabile romanticismo alle vie e piazze...), si é rivelata  nient’altro che un atto di vandalismo puro e semplice. Ci avevano promesso un lungolago ancor piú affascinante, passeggiate ampie e alberate, un teatro dischiuso allo sguardo di coloro che si sarebbero affacciati su Piazza Cavour, ed ecco cosa sono stati in grado di offrire! Como snaturata, svilita, rubata per sempre alla vista di noi poveri comaschi.
Sono sempre stata orgogliosa di mostrare a tutti dove sono nata: qui dove mi trovo ora a studiare, ho solo udito parole d’ammirazione per la bellezza dei miei luoghi natali, e chi non conosceva il nome di Como, alla vista delle foto che ho sulla scrivania é subito stato sedotto dall’incanto della natura di cui noi dovremmo essere gelosi custodi e protettori.
Cosa troverà chi visiterà la cittá domani? Cosa offriremo loro? Un muro di cemento. Esprimo la mia solidarietá a coloro che hanno protestato: vorrei essere in piazza anch’io a gridare il mio disgusto, che invece affido a queste righe vergate d’impulso. Con l’augurio che l’impressionante ottusitá di pochi amministratori, incapaci di percepire il bello, insensibili a ogni oltraggio, non sfregi per sempre l’animo di Como.

Cecilia Bernardini
Ph.D. student, Wageningen UR

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