Dedicato a chi non ama la sua città

Chi amministra Como ricordi che lo scopo per cui si candida è lavorare per la sua città

Cara Provincia,
col tanto parlare che si fa degli ultimi fatti successi, ritornare nuovamente sul muro a lago potrebbe sembrare la solita frittata. Il mio intervento non è specificatamente sul muro, quanto mai infausto, ma essenzialmente sui nostri governanti.
 Mi sono resa conto, infatti, che queste persone non amano la propria città; quantomeno smettono di amarla nel momento in cui siedono su quelle poltrone che danno loro un potere. Non si spiegherebbero altrimenti le nefandezze compiute nel nome di una città più bella, più turistica, più accogliente. Vogliamo parlare di Piazza del Popolo e della spegiudicata sistemazione che si sta attuando? Sarà l’ennesima colata di cemento, seppur coperta da lastroni di porfido, riservata unicamente a parcheggio. Il tutto in un’area che, trovandosi alle spalle di un edificio sacro quale il Duomo ed antistante ad un altro altrettanto rappresentativo quale il Teatro Sociale, avrebbe dovuto far pensare ad una area verde, pedonabile.
E che dire poi dell’area ex Fulda? Dopo anni di abbandono è stato coperto lo scavo con del cemento, costruiti due loculi (sembrano proprio quelli del cimitero) e lasciato inutilizzato.
La prima grande vergogna è stata quella della Ticosa; dopo averci stupito con effetti speciali, aver visto occhi di ex lavoratori umidi dalla nostalgia, dopo aver giocato con progetti faraonici degni del regista più fantasioso, siamo alla frutta: i partners olandesi si sono ritirati e tutto rimarrà così per altri vent’anni. Che ne sarà dell’area ex Danzas ai piedi della scalinata della Stazione di Como San Giovanni? Voglio raccomandare ai nostri governanti che lo scopo per cui si candidano e vengono votati non dev’essere solo quello di diventare famosi (basta andare ad un reality), essere ammessi nella Como bene e che conta, apparire in tv con un bel sorriso idiota, ma di rimanere il cittadino comune, che lavora per la sua città con giudizio, progettare il futuro a piccoli passi, attuabili, che i cittadini possano comprendere e condividere demandando a loro il compito di rendersi responsabili dei cambiamenti. Si ricordino che la nostra è una "res publica", non porivata.

Maria Luisa Barbini


(p.m.) Sono i risultati perversi della politica degli annunci, tipica di un certo modo di amministrare e conseguenza diretta di quel populismo mediatico nazionale che sta facendo parlare di noi tutto il mondo. Speriamo che i comaschi non si lascino più sedurre dal canto di queste sirene.

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