Baden Powell, la triste fine di un’ex scuola

Un’altra scommessa persa dai nostri amministratori

Carissimo direttore,
ho letto sul nostro giornale della triste fine dell’ex scuola B. Powell, un’altra scommessa persa dai nostri amministratori.
La invito a sfogliare le pagine della Provincia del  11 Giugno- 27 Settembre- 4 Ottobre del  2000-30 Agosto -9 Settembre 2003 quando sembrava impellente mettere in mezzo a una strada i ragazzi delle medie perché il comune aveva urgente bisogno di quei locali.
Con Pietro Berra cercammo inutilmente di far ragionare gli amministratori, fu una battaglia giusta con gli esiti che ora abbiamo davanti agli occhi.
Dopo anni di degrado ecco come è finita, mi piacerebbe guardare negli occhi quegli arroganti “signori” ahimè eletti da noi, e vedere cosa hanno da dire.
Le cose purtroppo sono finite come noi prevedevamo e tanto per cambiare nessuno paga e le lezioni non insegnano niente.
Le facce e i nomi sono ancora lì su quelle pagine oramai ingiallite, chiunque può andarle a rivedere.
Cordiali saluti

Aldo Maero
Como

Caro Maero,
ricordo bene il sopralluogo che facemmo assieme alla scuola media Baden Powell, allora in via di dismissione, otto anni fa. E per rinfrescarmi ulteriormente la memoria sono andato a recuperare nel nostro archivio gli articoli da lei citati. Eccoli lì i nomi e le facce: ricorrevano soprattutto quelli dell’assessore alla Pubblica istruzione Franco Villani, che diceva di avere "urgente bisogno" dell’edificio, per destinarlo a non meglio precisati "altri usi", ventilando anche un probabile "restauro". E un tecnico comunale confermava di essere impegnato nel progetto di ristrutturazione, che avrebbe dovuto consegnare a luglio (del 2000!). Che fine ha fatto? Pare essersi perso nella notte, come un altro progetto targato Villani: la Libera università di Como. Se le capita di passare da via Linati, poco lontano dalla Baden Powell, noterà che nella sede comprata allora dai soci dell’ateneo privato che scalpitavano per aprire i battenti, oggi c’è un nido. All’ex scuola media è andata peggio: invece dei bambini vi hanno trovato asilo i disperati. Chissà, caro Maero, che chi allora mise la faccia, non si senta in dovere oggi di prendere la penna e di chiarire a lei e agli altri lettori questi "misteri"... Pia illusione?

Pietro Berra
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