Berlusconi e Rete 4 "abusiva"

L'emittente di Berlusconi occupa frequenze altrui, ma non lo fa illegalmente

Se vivessimo in un Paese realmente democratico l’informazione sarebbe libera e tutti, non solo noi pochi che le informazioni le cerchiamo, saprebbero che il nostro on. Silvio Berlusconi possiede un’azienda abusiva: Rete 4.
A parte che in nessun Paese al mondo verrebbe permesso a chi possiede un’azienda abusiva di candidarsi a incarichi pubblici. A parte che quest’azienda falsa il mercato e sottrae risorse legittime ad un’altra azienda (Europa 7). A parte che le televisioni sono concessioni pubbliche e che la legge impedisce ai titolari di concessioni pubbliche di essere eletti (quindi non potrebbe essere Presidente del Consiglio e nemmeno mettere piede in Parlamento). A parte ogni altra considerazione, va ricordato che questa faccenda costa allo Stato italiano fra i 300.000 e i 400.000 Euro al giorno.
Signori, lo Stato siamo noi, noi paghiamo questa bella cifra per consentire ad uno solo di continuare a macinare utili.
A mio avviso ci sono tutti gli estremi per una class action di quelle coi fiocchi, ed è per questo che propongo a tutti i cittadini democratici che non ne possono più di queste prepotenze di attivarsi in tal senso.
Che li paghi lui i danni provocati dalla sua azienda. Perché noi?
Aldo De Luigi

Caro signor De Luigi,
lei dice alcune cose giuste ed altre sbagliate. Rete 4 non è abusiva, occupa frequenze abusive che, effettivamente, apparterrebbero a Europa 7. Non lo fa però illegalmente, almeno per le normative italiane. Altrimenti i ripetitori sarebbero già stati spenti. La legge Gasparri e successivi provvedimenti, infatti, hanno procrastinato il trasferimento sul satellite dell’emittente.
Certo, sulla legge Gasparri e sugli altri provvedimenti ognuno può esprimere il giudizio che più ritiene opportuno. E certo, il ruolo di Berlusconi (che però, sempre dal punto di vista giuridico, non è il proprietario di Rete 4) può ispirare giudizi non proprio edificanti. Altro discorso è l’oneroso contenzioso in materia con l’Unione europea che però non ha i poteri per determinare il passaggio di Rete 4 sul satellite.
Il Cavaliere non è ineleggibile, almeno dal punto di vista giuridico, perché, al contrario di quanto sostiene lei, non è titolare di alcuna concessione pubblica (mica è sprovveduto). Qualunque class action perciò sarebbe inutile. Forse sarebbe stata utile una norma sul conflitto d’interessi che, peraltro, ben cinque governi di centrosinistra (Prodi I, D’Alema I, D’Alema II, Amato e Prodi II in ordine temporale) si sono ben guardati dall’approvare. Chi è causa del suo mal...

Francesco Angelini
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