Carretta e Maso, quando la Giustizia non ci piace

Qualunque delitto uno commetta, dopo pochi anni è libero

Tutti ne parlano, ma le cose non cambiano. Certo, i cambiamenti richiedono tempo, ma l’immobilità e la staticità di certe situazioni indispongono propri. Carretta a piede libero, con eredità al seguito, dopo pochi anni; Maso libero dopo metà pena... Davvero è questo il messaggio che si vuole arrivi alla gente? Qualunque cosa tu commetta, anche se ti va male, ti arrestano e incarcerano, dopo pochi anni sei fuori.
 Olindo e Rosa: era sotto gli occhi di tutti, e per ovvie ragioni accettato e dato per verità sacrosanta da tutti i media, che fossero loro gli autori del delitto. Li abbiamo visti in aula scambiarsi coccole sorridenti: immaginatevi, se fa rabbia ai più, i sentimenti di chi ha perso tutto. Le sensazioni di sfiducia e di rabbia nei confronti della macchina della giustizia, di quel marito che si è salvato a malapena e ha visto la moglie massacrata solo per essere intervenuto in soccorso. E di quell’uomo che ha perso in una volta sola tutta la famiglia. E viene da chiedersi come faccia a vivere ancora o a non cercare di scagliarsi contro i due che amoreggiano davanti a lui in tribunale.
 Recente la notizia, pubblicata da voi, dei soldi spesi a tutt’oggi per tutto ciò che ruota intorno ad un tribunale e a un processo. Non capisco, e come me molti, credo, che cosa ci sia ancora da discutere, perché le cose vanno così per le lunghe anche quando una serie di omicidi e relativa inchiesta è già finita e chiara prima ancora di iniziare. Li teniamo forse in carcere prima della condanna, perché sappiamo già che dopo essere stati condannati di lì a pochi anni saranno di nuovo fuori per buona condotta?

Ilaria Mascetti
Fino Mornasco

Cara signora Ilaria, capisco e condivido la sua amarezza. Pensi che, oltre a quelli elencati da lei, esiste un problema preliminare: per ora non possiamo neppure chiamare colpevoli Olindo e Rosa perchè il processo non si è compiutamente celebrato e la sentenza del giudice potrebbe assolverli. La presunzione d’innocenza è un caposaldo della Giustizia italiana e va rispettata. In ogni caso l’indignazione dei cittadini è del tutto legittima, Carretta e Maso hanno trucidato i genitori, sono simboli del male. E noi, per fortuna, non siamo ancora pronti ad accettarli liberi.

Giorgio Gandola
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