Fontana di Camerlata, un <sacrilegio> spostarla

Sarebbe un gesto poco rispettoso della volontà dei progettisti

Egregio direttore,
se l’arte é il risultato del sacro fuoco della genialità, l’idea di spostare la fontana di Camerlata in Piazza Cavour é sacrilega e poco rispettosa della volontà dei progettisti. Cesare Cattaneo e Mario Radice hanno ideato quello splendido monumento solo ed esclusivamente per Piazza Camerlata (anzi il monumento é nato proprio in virtù dell’esistenza del piazzale) spinti dal desiderio di caratterizzare la Piazza stessa identificandola quale punto di incontro di importanti vie di comunicazione: esso vuole rappresentare il difficile equilibrio del traffico all’incrocio di vie maestre.
Spostando la fontana di Camerlata altrove si farebbe un torto all’idea originaria degli artisti e conseguentemente al Razionalismo comasco che, come tale, aveva per obiettivo dare un senso ad ogni azione compiuta.
Inoltre si renderebbe la più bella Piazza di Como insignificante e anonima.
Con i monumenti si può fare tutto ciò che si vuole, ma conoscere le ragioni che stanno dietro un’opera d’arte aiuta a evitare di oltraggiare la memoria di due maestri, tra i più importanti che Como abbia mai generato, e di creare pateracchi.
Ci sono ottimi scultori in attività. Si sottoponga a loro l’idea di realizzare un’opera adatta a valorizzare seriamente Piazza Cavour.
Cordiali saluti

Giuseppe Salvioni
Como

La provocazione dell’avvocato Cantoni, che da queste colonne lanciava l’idea di valutare lo spostamento al centro di piazza Cavour della fontana di piazza Camerlata, ottiene una prima riposta. «Idea sacrilega» la definisce il lettore Salvioni, argomentando questo suo drastico giudizio.
In sostanza - sostiene Salvioni - non si può spostare l’opera di Cattaneo e Radice dal luogo per il quale essa è stata progettata senza snaturarne completamente il senso e senza spezzare quel delicato equilibrio che intercorre fra l’opera e lo spazio che la circonda.
In effetti, già in una nota pubblicata nei giorni scorsi, io stesso ho segnalato la delicatezza di questo aspetto come il principale ostacolo a uno spostamento. Peraltro, occorre anche tenere conto che la piazza Camerlata di oggi,  devastata da un traffico incessante, non è certo più - nemmeno in termini di spazi - quella di allora.
L’argomentazione di Salvioni, comunque, resta. E va considerata. Così come resta, tuttavia, il problema di una piazza Cavour che pare un’eterna incompiuta, in attesa di una sua fisionomia definitiva.

Antonio Marino
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