Gli insegnanti e gli studenti zoticoni

Ma non è giusto addossare tutte le colpe ai docenti

Caro direttore,
ammesso e non concesso che la causa della bassa preparazione degli studenti meridionali (e non solo meridionali, mi creda !) sia da ricercarsi nella scarsa preparazione dei professori o nella loro nullafacenza, sarebbe interessante sapere a chi attribuire la colpa della nascita e del permanere di questa situazione disastrosa. Ritengo che sarebbe necessario, al fine di eliminare questa piaga che inquina la scuola italiana e la degrada, l’invio di ispettori nelle scuole al fine di valutare dirigenti e professori. Questi ispettori dovrebbero controllare (e valutare):
a) il programma svolto dal professore
b) la preparazione conseguente degli studenti (interrogandoli!)
c) le verifiche svolte dagli studenti, controllando: qualità degli esercizi proposti, correzioni e votazioni
d) presenza-assenza del professore
e) professionalità dell’insegnante in base ad un colloquio tra ispettore e docente
f) metodo di insegnamento, assistendo a una o più lezioni del docente, in particolare valutarne le capacità tecniche e di laboratorio (quando siano necessarie)
Di questa ispezione, l’inviato dovrebbe stilare una relazione che rappresenterebbe lo strumento atto a valutare il professore ispezionato, determinandone la continuazione nell’incarico, oppure il suo allontanamento e avendo conseguenze (positive o negative) sulla sua carriera scolastica. Se ricordo bene, cinquanta o più anni or sono, questi ispettori erano attivi. O mi sbaglio?

Dr Carlo Passarotti
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Gentile dottor Passarotti,
prendo spunto proprio dal suo incipit: «ammesso e non concesso». Non so lei, ma io questo dare addosso agli insegnanti, additandoli quali principale causa dello sfacelo della scuola italiana, proprio non lo capisco. Non credo di essere stato un privilegiato. Ma la stragrande maggioranza dei docenti (dalla maestra elementare al professore universitario) che ho incontrato nella mia vita erano persone che il loro mestiere lo sapevano fare, eccome. E senza bisogno di avere sul collo il fiato di un ispettore. E’ vero: la mia esperienza diretta riguarda il Nord del nostro Paese. Ed è possibile che al Sud le condizioni siano ben diverse. Ma nel Meridione, specialmente in quelle zone dove la scuola è l’ultimo avamposto dello Stato e della legalità, gli insegnanti si trovano a dover far fronte a situazioni socio-ambientali inimmaginabili per chi non le vive in prima persona. Chiedere loro di lavorare bene quando gli alunni entrano in classe con il motorino o lanciano le sedie da una parte all’altra dell’aula è quanto meno utopistico.

Enrico Romanò

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