I guai della Juve e il ritorno di Bettega

Forse può venire da Varese un aiutino alla Juve sommersa dalle disgrazie. Sembra ormai sicuro il rientro in società di Roberto Bettega e potrebbe essere richiamato come traghettatore verso un futuro assolutamente nebuloso Giovanni Trapattoni. E dietro l’angolo c’è Beppe Marotta, oggi  direttore generale della Sampdoria e domani augurabile responsabile bianconero nel medesimo ruolo. Ma dubito che fino a quando al vertice della società ci sarà chi è competente di organizzazione sportiva ma non sa nulla di calcio, possano essere prese decisioni sagge. Resta la delusione per una serie di gravi errori commessi negli ultimi due anni: tutti sbagliano, ma sbagliare di continuo è una proprietà di pochi. Li hanno pescati dal mazzo.

Giovanni Vanetti

Bettega fu tenuto ancora per un anno come consulente di mercato quando scoppiò Calciopoli e Moggi  e Giraudo furono costretti a levar le tende. Poi lo salutarono perché avrebbe dovuto rispondere di persona in un processo che l’accusava di non corretta gestione del bilancio. Imputazioni disciolte da una recente assoluzione. Bettega dunque rientra dalla porta principale, e lo merita. Blanc avrebbe potuto risparmiarsi, tra gli altri sbagli, la smentita del suo ritorno: un’inutile figuraccia supplementare. Sul ripescaggio del Trap, ho mille dubbi. Il ciurmadore è espertissimo, però la soluzione che si troverà adesso (perché la si dovrà trovare: com’è pensabile di lasciare la squadra nelle mani scivolose di Ferrara?) non può essere temporanea, ci vuole il tocco della definitività. La stagione non è perduta: bisogna conquistare il posto che dà l’accesso alla Champions, c’è un’Europa League da onorare e va programmato il futuro a cominciare dal mercato di gennaio. Le scelte di oggi le deve fare colui al quale toccheranno anche quelle di domani. Se Marotta è il dg sul quale si punta, sarebbe bene assicurarselo subito, anche se magari non con i crismi dell’ufficialità. E quanto al tecnico, mi domando perché non affidarsi (per ora, ma non solo per ora) a Tardelli: vanta un glorioso passato in maglia Juve, ha fatto parte per un anno del cda successivo all’era Moggi, gode della simpatia della piazza, ha buona conoscenza internazionale, dispone della grinta giusta per affrontare una situazione drammatica, piace a Marotta. Se Blanc e soci gli avessero dato retta quand’era dirigente, non sarebbero probabilmente caduti in quest’abisso. Riconoscere un errore testimonia della volontà di rimediare ai guai combinati: è il minimo che ci si aspetta da chi dovrebbe per primo rassegnare le dimissioni.

Max Lodi

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