Il flop di Alitalia e le parole del Cavaliere

I contribuenti ringraziano per il prestito di 300 milioni

 Dobbiamo proprio ringraziare come contribuenti il Cavalier Berlusconi che, dopo aver affossato la vendita di Alitalia a Air France, ci ha sfilato dalle tasche altri 300 milioni di euro. Un prestito che non potrà mai essere rimborsato da un’azienda che perde più di un milione al giorno. Sarà interessante, adesso, rileggere il parere di quei soloni che parlavano di "svendita di Alitalia" da parte di Padoa-Schioppa.
Vedremo adesso quanto incasseremo di più rispetto ai tre miliardi di euro che Air France metteva comunque sul tavolo per l’acquisto dell’azienda, l’accollo dei debiti e gli investimenti garantiti. Per ora l’unica cosa certa è che abbiamo sborsato altri trecento milioni: quindi il punto di pareggio si è già spostato a tre miliardi e trecento milioni. Insieme al Cavalier Berlusconi dobbiamo però ringraziare il povero Bossi e la Lega: adesso che il loro voto è diventato determinante abbiamo un primo risultato: bravi! Nulla da dire, invece, su An che è indubbiamente coerente nella sua politica a favore dei carrozzoni statali.
Antonio Rubino
Gallarate

Dopo aver ignorato il problema durante il quinquennio 2001-2007 in cui sedevano a Palazzo Chigi, Berlusconi e il centrodestra hanno sfruttato pro domo loro nella campagna elettorale la vicenda Alitalia: questo è evidente.
 Ma lo è altrettanto che il governo Prodi gliene ha fornito l’opportunità: parecchi osservatori concordano nel ritenere troppo onerose le condizioni poste a Air France - conseguenza diretta dell’inginocchiamento alle richieste del sindacato - che hanno costituito la causa fondamentale del ritiro franco-olandese. Se dai tutori di così tanti improduttivi posti di lavoro fosse venuta una maggiore flessibilità, Spinetta avrebbe chiuso l’accordo prima che si chiudesse la nostra campagna elettorale.
E per Berlusconi e soci sarebbe successivamente risultato difficile rifiutarlo, dato che salvava l’azienda dal fallimento.
Ora il populismo andrà messo da parte e bisognerà trovare una soluzione rapida perché più il tempo passa, e più denaro viene dragato dalle tasche dei contribuenti. Vedrà, caro Rubino, che Berlusconi l’escogiterà: non si può permettere, a governo appena insediato, d’essere il bersaglio delle vittime del flop.
Che invece pare non importare granché alla Lega, favorevole al commissariamento e a liberare Malpensa da Az mettendo a disposizione gli slot recuperati ad altre compagnie soprattutto in vista dell’Expo 2015.
Il prestito-ponte serve nelle intenzioni (e dovrà servire nei fatti) proprio a dare il tempo per costituirsi a quella cordata imprenditoriale che, se non si materializzasse dopo i ripetuti annunci, si trasformerebbe in una corda al collo dell’esecutivo appena venuto alla luce. Strozzandolo nella culla.

Massimo Lodi

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