Il sogno (o l'illusione) di una notte di primavera

A passeggio per una città irreale

Cara Provincia,
un sogno, un’illusione o... vaga realtà !
Lunedì notte,14 Aprile 2008. Passeggio per la mia città passando per un sottopasso pulito, con pareti immacolate e uscito vedo uno spazzino in tuta verde che raccoglie foglie e carta da un marciapiede senza buche. Meravigliato mi soffermo ad osservarlo, chi sarà ?
Proseguo, sulla via il traffico è regolare, non ci sono moto sfreccianti al di là delle linea continua, un vigile con una lucente camicia verde dà spiegazioni ad un’anziana coppia in francese, avanti nella passeggiata lungo Lario, senza le pozze della recente pioggia, un gruppo di addetti, tutti in tuta verde, sta sistemando le buche. Resto meravigliato della loro bravura, tutti lavorano, nessuno è fermo a fumare; continuo, un cartello sulla cancellata di Villa Gallia mi invita ad entrare e nelle sale mi viene mostrata una ricostruzione di come sarà Como in tempi stretti e precisi.
Osservo l’area Ticosa: giardini, belle case, palazzi bene assemblati, in un’altra stanza l’area ex Ospedale, un giardino dove belle costruzioni si alternano con piazzette, ognuna diversa ma bene intrecciate, lavoro certo di accreditati architetti e non iniziative di assessori  insufficienti; in altre un’infinità di cadenti palazzi tornati alla loro originale bellezza, e poi una ricostruzione completa del Baradello, con doppia cinta di mura, gli alloggiamenti dei soldati alla base della Torre su cui sventola un’enorme bandiera verde; la sala dove si ammira finalmente la risoluzione della viabilità della via Borgovico è strapiena. Continuo la passeggiata e arrivo allo Stadio che è ancora lì immutato, con le sue scritte. Che non abbia visto la sala dedicata in Villa Gallia o sarà sempre lì ? Ma più avanti da un cancello si intravedono numerose tute verdi al lavoro e già una parte delle reti protettive è stata abbattuta e infatti un cartello avvisa dei lavori in corso.
Ma cosa fa quella distinta signora con il cagnolino ? Dalla borsa estrae un sacchetto che si trasforma in guanto, raccoglie le escrezioni che depone nel raccoglitore. Arrivo alle famose palizzate e un enorme cartello avvisa i passanti che l’opera in atto non contempla più le inutili paratie e si ridurranno all’ampliamento e sistemazione della passeggiata simil luganese, come lo dimostra il disegno a firma del sindaco, di cui non afferro il nome.
Il sogno poi si fa confuso, appaiono moltitudini inferocite con cartelli, bandiere rosse con falce e martello, minacciose che lanciano sassi, bottiglie molotocv e tant’altro. Mi risveglia il telefono che strilla continuamente: è mio figlio che si compiace dei risultati elettorali, sicuro che cambierà tutto e anche Como.

Dario Aureggi
Como

(p.m.) Caro dottor Aureggi,
 il verde è il colore della speranza, ma è anche quello delle tasche di molti contribuenti. Soltanto i sogni non costano nulla.

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