Informazione, c'è anche chi sta peggio

Non lamentiamoci del nostro Paese

Cara Provincia,
classifiche e sondaggi, come la matematica, non sono un’opinione ma scienza esatta; al limite può variare l’accostamento e l’interpretazione di essi, Uolter illuminaci!
Ma i freddi numeri non lasciano scampo: fonte Freedom House, oggetto libertà democratiche nei paesi del mondo, metro di valutazione: libertà di stampa.
Beh siamo messi male! Rivaleggiamo, m’è scappato, con Sao Tomè, Isole Principe, Capo Verde e via dicendo, siamo a centro classifica, in fuga, lontanissime Finlandia, Islanda ecc.
Certo, come direbbero i nostri amici dell’Istat, c’è una differenza tra valutazione effettiva e percepita, ma il tutto non entusiasma certo.
Se poi i nostri amici americani valutassero anche la qualità, la maglia nera sarebbe assicurata, il buon Malabrocca lo faceva per sfuggire alla miseria, certa stampa da cosa fugge?
Turnover alla Rai, Mediaset sappiamo, stampa quotidiana quasi totalmente dipendente da gruppi industriali o palazzinari, oggettivamente che cosa si può pretendere?
E’ vero, nessuno sta in galera, internet non è censurata - vero Pepp - (grande F.A), ma per amore della verità, dell’obbiettività, magari senza omissis e sfilate sexy nei tg, dovremo votarci all’orgoglio o all’anarchia di voi giornalisti, o è lecito attendersi dell’altro?
Cordiali saluti.
Luca Cattaneo

Caro Cattaneo,
come potrà mai illuminarci, Uolter: con il governo ombra? Allora ci proverà il piccolo f. a. Credo che le classifiche sulla libertà di stampa lascino un po’ il tempo che trovano. Mi sa dire, per esempio, in che posizione si colloca la Russia del caro amico (di Berlusconi)Putin?Di recente una giornalista che si è permessa di fare del gossip sull’ex presidente si è ritrovata con la testata chiusa d’imperio. E ad altri è andata anche peggio. Perciò non lamentiamoci più di tanto del nostro Paese, in cui, bene o male, chiunque può dire ciò che gli pare perché bene o male uno straccio di cassa di amplificazione la troverà sempre, alla faccia di qualunque editto, bulgaro o turco che sia. Molto dipende da noi giornalisti, dalla nostra volontà di tenere le schiena dritta, anche quando si fa fatica. Ai tanti che indicano la luna sarebbe consigliabile di guardarsi le dita.

Francesco Angelini
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