La Ticosa, l'amianto e il ruolo della stampa

La vecchia fabbrica e il suo rapporto con la cronaca

Gentile direttore,
sono un vostro affezionato lettore di Ponte Chiasso e, ovviamente, continuerò ad esserlo anche dopo questa lettera. Però, pochi minuti dopo aver dato un’occhiata al vostro nuovo sito (bello e chiaro), non ce l’ho fatta a trattenermi.
Ho difatti notato un altro titolo dedicato alle vicende dell’ormai ex Ticosa, con l’ennesima elucubrazione su un aspetto burocratico non chiarissimo (mi riferisco al problema sulla Spina Verde). Ora, io mi rendo conto che il valore simbolico della vecchia fabbrica carichi di importanza ogni battito d’ali che ne riguarda il futuro.
 Però mi creda, non sono l’unico lettore - lo dico in coscienza - che è davvero stufo di questa sorta di telecronaca quotidiana sulla Ticosa, e lo dico sia per le cose positive che negative.
Trovo piuttosto che sacrificare ogni giorno un giornalista e mezza pagina per la stessa cosa sia spazio e tempo sottratto a notizie più interessanti, o almeno "nuove" e concrete.
 Non si potrebbe almeno ridurre lo spazio dedicato alle telecronache quotidiane della Ticosa, se proprio voleste riferircene ogni giorno ancora per molto? Con immutata stima.

Dino Fasana
Como

Caro lettore,
innanzitutto grazie per la fiducia che ci accorda. Sulla vicenda Ticosa, però, mi permetta di dire che non facciamo elucubrazioni, ma cerchiamo di analizzare gli aspetti della principale area pubblica (al momento lo è ancora, non essendo stata completata la pratica per l’acquisto) che, purtroppo, non ha risparmiato sorprese. Quello del piano di incidenza è sì un aspetto burocratico, ma di fondamentale importanza visto che non era stato nemmeno previsto dal Comune di Como, mentre l’amministrazione provinciale (Ente a cui spetta il parere definitivo) ne sostiene l’obbligatorietà. La ripercussione dell’assenza di un atto si avrà sui tempi e sull’iter, a dire il vero finora parecchio travagliato, per la riqualificazione. Se nei mesi scorsi non avessimo fatto quelle che lei chiama «telecronache quotidiane» forse non sarebbero state effettuate analisi aggiuntive sulla presenza di amianto crisotilo anche dopo la demolizione e le macerie classificate come "rifiuto speciale" da tutti gli Enti, sarebbero diventate le fondamenta del nuovo quartiere. Certo, per lei che vive a Ponte Chiasso forse sapere con esattezza che cosa c’era sulla superficie di via Grandi e, adesso, quello che c’è sotto, non ha lo stesso grado di interesse di chi vive in quella zona e in convalle. Però con la salute non si scherza e il ruolo dell’informazione è proprio quello di essere dei controllori. Ed è quello che continueremo a fare.

Gisella Roncoroni
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