Le infiltrazioni mafiose
nella ricca Lombardia

Nessuno sconto ai malviventi

Ultimamente leggo sugli organi di informazione delle notizie distratte e largamente incomplete sull’infiltrazione della N’drangheta e altre organizzazioni criminali nella nostra Regione. Mi viene da ridere, se non ci fosse veramente da piangere. Da anni ormai si assiste ad una massiccia cementificazione dei nostri territori e alla proliferazione irresponsabile degli appalti pubblici. Sappiamo tutti quanto riciclaggio c’è dietro. Lo sanno anche le istituzioni che tranquillamente convivono con questo scempio e chiudono gli occhi per paura o per complicità.
Questi immensi capitali derivano dallo spaccio di tonnellate di droga e dal commercio di bastimenti di armi. Sono soldi che sanno di morte, di sangue, di sofferenza. Derivano dallo sfruttamento delle migliaia di povere schiave che popolano i marciapiedi. Derivano dalla prepotenza armata con cui le organizzazioni criminali umiliano ogni giorno le regioni del Sud nella consolidata certezza dell’impunità. Basterebbe poco per togliere il velo e guardare chi e cosa c’è dietro la facilità con cui la malavita organizzata si intrufola nella vita economica civile e sociale di interi territori. Ma è tanto comodo non guardare, far finta di niente. Siamo assuefatti al peggio. Ce la fanno sotto gli occhi ma siamo diventati pigri quando non conniventi.
Siamo capaci di sbavare di curiosità morbosa per il processo sul delitto di Erba, e non vogliamo accorgerci di come si sta deteriorando il nostro tessuto economico e sociale. Non siamo capaci di scandalizzarci per il silenzio tombale di tutti gli schieramenti politici quando si tratta di questi argomenti. Eppure è proprio l’illegalità che origina la devastante situazione dei nostri conti pubblici. Che paghiamo tutti noi.
Non siamo capaci di pretendere che ci venga detto chi e cosa c’è dietro il commercio di prodotti alimentari i cui prezzi sono impazziti. Lo sanno tutti chi comanda all’Ortomercato di Milano, tanto per fare un esempio.
E allora è inutile che facciamo tanti discorsi se non siamo più capaci di capire chi realmente ci sottrae fette sempre più larghe di benessere economico, di futuro sereno, di civile convivenza, di territorio vivibile. Finché chiudiamo gli occhi e stiamo zitti ci meritiamo tutto questo e le peggiori aspettative.
Luigi Roncoroni

(gi. gan.) Distratte, incomplete? Per la verità, gentile signor Roncoroni, è da almeno un anno che questo giornale si occupa del problema. Abbiamo scritto articoli, organizzato inchieste, sollecitato chi di dovere a vigilare. Un giornale ha il compito di alzare il volume della radio, non certo di partecipare al festival di Sanremo. Tutto ciò senza alcuna curiosità morbosa, ma con la voglia di sollevare il coperchio di un pentolone dentro i quale sta bollendo puro veleno. Il resto tocca alle forze dell’ordine.

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