L’Expo 2015 è di tutti:
comaschi inclusi

La manifestazione universale sarà un’occasione straordinaria di sviluppo: non possiamo lasciarcela scappare

Ultimamente, da quando l’annuncio dell’Expo 2015 è stata assegnata alla città di Milano ho notato un certo fermento in territorio elvetico. Vuoi vedere mi sono detto tra me e me, che quei marpioni degli svizzeri sfrutteranno meglio quello che invece dovrebbero fare i lori dirimpettai? Sarà, ma intanto percorrendo la loro autostrada da Chiasso a Lugano, dei bei cartelloni colorati con delle fotografie aeree dicono dove si trova chi sta transitando, e non è poco e tante altre piccolezze che nel suo spazio giornaliero vengo ciclicamente trattate. Non sarebbe il caso di prevenirci come abitanti di un’area particolarmente sfruttabile come la nostra, in una class action contro coloro che non sapranno cogliere l’opportunità?
Mario Priore

Ben detto, caro Priore. L’Expo è un’opportunità per tutti, Como inclusa. Lo dicono i numeri. La manifestazione universale sarà un’occasione straordinaria di sviluppo: sarà un’opportunità per rilanciare la Lombardia e il "Made in Lombardia". Grazie all’Expo 2015, infatti, pioveranno investimenti sul territorio per 3 miliardi di euro con dotazione di nuove e grandi infrastrutture, e si creeranno 60mila nuovi posti di lavoro per 5 anni. Non è un caso che nel comitato di alto profilo istituzionale, che ha affiancato il comitato di candidatura nella costruzione del progetto e nella promozione internazionale, ci fossero Confindustria, Confcommercio, Anci, Conferenza delle Regeioni, Unioncamere, Assocamere Estero, Ice e Enit.
L’Expo 2015 sarà anche il più grande evento di comunicazione della Lombardia nel mondo, un vero e proprio "brand universale": grazie a iniziative mirate sarà possibile riposizionare l’immagine della Lombardia e del Paese in tutto il mondo, proponendo il "modello lombardo" capace di coniugare sviluppo e ambiente. Ancora una riflessione. Grazie all’Expo 30 milioni di visitatori arriveranno in Lombardia nell’arco di 6 mesi, con ricadute su tutti i principali settori produttivi e - in particolare - su quelli del turismo e, più in generale, della cultura.
Attenzione, però: l’Expo è una battaglia ancora aperta. Il tempo che ci separa dal 2015 è da impiegare nel miglior modo possibile. Di fronte a un progetto di grande solidità come questo occorre uno scatto d’orgoglio da parte di tutte le forze, siano esse politiche o sociali. Perché sostenere l’Expo 2015 significa avere fiducia in quanti vivono e operano a Como e nel resto della Lombardia. L’ha scritto, bene, il parlamentare leghista Marco Reguzzoni nel libro "Milano Expo 2015, un’opportunità per tutti", uscito poche settimane fa. Un libro prezioso, il primo sul tema, che merita di essere letto e messo in pratica.
Filippo Poletti

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