Perché il Pd rischia di farci cadere le braccia

Cresce la delusione per il modo in cui sta facendo opposizione

Sono delusa per il tipo d’opposizione che sta facendo il Partito democratico al governo di centrodestra. Veltroni disse bene quando ipotizzò che bisognava contribuire a cambiare il clima avvelenato nel Paese, ma mi sembra che il conseguente atteggiamento del Pd sia poco incisivo e quasi appiattito sulle posizioni berlusconiane. Nelle ultime settimane non sono mancate occasioni per incalzare il Cavaliere e la sua maggioranza, ma Veltroni non le ha colte, lasciando che fosse Di Pietro a monopolizzare le battaglie della minoranza. Non vorrei che la scelta di formare un governo ombra alla stregua di quanto da lunghissimo tempo fanno in Gran Bretagna non avesse reso troppo britannica la linea del Partito democratico. Con lo stile british, che risultato si pensa di cogliere alla prossima tornata elettorale, cioè alle Europee dell’anno venturo?
<+LETCARA_FIRMA>Imma Testa
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<+LET_TXT>“British style”, inglesizzazione, modello d’oltre Manica importato? Guardi che si sbaglia, cara Testa. I primi, e i più corrosivi, a criticare Veltroni sono proprio i britannici. L’Economist, che non perdona nulla a Berlusconi, perdona ancora meno a Veltroni, rimproverato pochi giorni fa d’esser troppo buono con Silvio e di praticare un’opposizione-fantasma. Le argomentazioni di fondo sono quelle citate anche da lei: non aver sfruttato una serie di favorevoli circostanze (caso Alitalia, immigrazione, intercettazioni telefoniche e altro ancora) per accantonare il fioretto e far uso della spada. Anzi, dello spadone. L’Economist ricorda al leader del Pd che i governi ombra inglesi si comportano assai diversamente da quello italiano, marcando strettissimo gli avversari e colpendoli in contropiede non appena si può. Altro che fare una caramellosa melina. Sa qual è l’errore di fondo del governo ombra del Pd? Averne scelto gran parte dei “ministri” non in base alle specifiche competenze, ma alle appartenenze di corrente privilegiando il passato rispetto al presente (che vuole novità operative) e al futuro (che esige una rivoluzione del costume politico). E d’altra parte non è l’unico errore commesso. Pensi, per fare uno solo dei tanti esempi possibili, alla strabiliante idea di collocarsi in Europa in gruppi diversi, gli ex Margherita con i liberaldemocratici e gli ex Ds con il Ps. Anziché esportare un nuovo partito, se ne esportano le vecchie divisioni. Nel frattempo, ci si appresta a litigare all’assemblea nazionale del 20 e 21 giugno. Per ora più che a far cadere Berlusconi, il Pd s’è impegnato a far cadere le braccia.
Massimo Lodi

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